Scuola

Immissioni in ruolo 2024: contingente per ogni classe di concorso, non tutte le cattedre vacanti vanno al ruolo, dipende dalla capienza di posti e graduatorie

La determinazione del contingente per le immissioni in ruolo nelle scuole italiane segue un processo complesso e articolato, come spiegato da Patrizia Giovannini della direzione generale Gilda Insegnanti. Questo processo prevede diversi passaggi chiave:

Analisi dei posti residui post-mobilità: Si parte con l’identificazione dei posti vacanti dopo la conclusione della mobilità del personale scolastico. Questo passaggio è fondamentale per capire quali cattedre sono effettivamente disponibili per nuove immissioni in ruolo.

Considerazione dei posti accantonati: Viene effettuato un controllo dei posti accantonati, che sono quelli riservati per particolari situazioni o categorie di docenti, come ad esempio quelli previsti per il concorso straordinario bis.

Gestione dei contenziosi: Si scorporano eventuali posti coinvolti in contenziosi legali, che non possono essere assegnati finché le questioni legali non sono risolte.

Valutazione delle perdite di posto: Si tiene conto delle situazioni in cui docenti che avevano un posto accantonato potrebbero aver perso la loro posizione, e si procede di conseguenza con la riassegnazione.

Calcolo del contingente per classe di concorso: Una volta identificati i posti effettivamente vacanti, viene determinato il contingente da assegnare per ogni classe di concorso. Questo calcolo è basato su un indice percentuale che considera la disponibilità di posti e le graduatorie esistenti.

Suddivisione regionale e provinciale: Il contingente complessivo viene suddiviso a livello regionale tramite un sistema informatizzato del Ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM). Successivamente, gli Uffici Scolastici Regionali (USR) ripartiscono i posti a livello provinciale.

Il processo deve essere completato entro il 31 agosto di ogni anno, fatta eccezione per le immissioni dalle graduatorie di merito del primo concorso PNRR, per le quali è previsto un termine prorogato fino a dicembre 2024.