La denuncia dei ritardi nei pagamenti degli stipendi ai supplenti brevi della scuola è una questione seria e preoccupante. Il fatto che insegnanti e personale Ata, che hanno sottoscritto contratti brevi e saltuari, si trovino a non ricevere il loro compenso puntualmente, solleva importanti interrogativi sulla gestione delle risorse umane e finanziarie nel settore educativo.

Cause dei ritardi

Secondo Jacopo Greco, capo dipartimento per le risorse, l’organizzazione e l’innovazione digitale del Ministero dell’Istruzione, i ritardi sono dovuti a variazioni giuridiche riguardanti il numero di assenze, malattie o altre circostanze che hanno richiesto una ridefinizione dei giorni da liquidare. Questo indica che la burocrazia e le procedure amministrative giocano un ruolo significativo nei ritardi dei pagamenti.

Impatto sui lavoratori

Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, ha evidenziato come questi ritardi abbiano un impatto diretto e negativo sui supplenti, molti dei quali devono affrontare spese di viaggio, vitto e alloggio senza avere il supporto finanziario necessario. La situazione è particolarmente grave perché costringe i lavoratori a dipendere da parenti e amici per sostenere tali costi.

Azioni proposte dal sindacato

Anief ha suggerito ai lavoratori di attendere ancora qualche giorno per vedere se i pagamenti arretrati verranno effettuati. In caso contrario, sarà inevitabile produrre ricorsi con il supporto del sindacato, inclusa la diffida o la messa in mora. Inoltre, il sindacato invita il personale precario a controllare se negli stipendi siano incluse le voci Rpd (Retribuzione Professionale Docente) e Cia (Compenso Individuale Accessorio), nonché i pagamenti delle ferie non godute. In caso di omissioni, è possibile presentare un ricorso per recuperare tali somme.

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