Ordine con cui inserire le preferenze: il criterio da seguire per ottimizzare le possibilità di ottenere un incarico gradito e non incorrere in sanzioni
Una delle domande più frequenti che si sta ponendo chi si accinge a inviare la domanda delle 150 preferenze nella finestra temporale individuata dal ministero (c’è tempo fino alle 14 del 7 agosto) è se esiste una strategia ottimale per ottimizzare le preferenze e inoltrare un’istanza che possa essere il più possibile efficace, in modo da aumentare le possibilità di ottenere la supplenza gradita.
Se così fosse, non verrebbero date tutte le possibilità di scelta dal sistema che effettivamente poi ci sono. L’unica risposta sensata è che le preferenze vanno calibrate in base alla propria situazione personale.
I docenti che abitano nella provincia in cui si sono inserite le GPS inevitabilmente avranno interesse a dare priorità alle scuole più vicine. In questo modo poi riusciranno, in caso di conferimento dell’incarico, a beneficiare di una maggiore comodità nel raggiungere il posto di lavoro.
Questo non vuol dire che bisogna a priori escludere le scuole più lontane, inclusi distretti o comuni. Ma non bisogna perdere di vista il fatto che chi inserisce un distretto o un comune in automatico accetta tutte le scuole presenti in quella zona. L’assegnazione a una di queste scuole comporta l’accettazione, e la mancata presa di servizio comporta sanzioni.
Ecco perchè nel caso di distretto o scuola troppo lontana difficoltosa da raggiungere, la cosa migliore è evitare di includerla. Se proprio si vuole seguire un criterio univoco, l’unico è inserire scuole, distretti o comuni che si è certi di poter accettare. In questo modo si scongiura il rischio di sanzioni in caso di rifiuto.
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