Messa a disposizione scuola: addio chiamata diretta, con l’interpello tempi più lunghi e rischio di perdere occasioni se non si controllano gli avvisi dei dirigenti scolastici
L’articolo 13, comma 23, dell’OM 88/2024 introduce significative modifiche al sistema di gestione delle supplenze tramite la Messa a Disposizione (MAD). Precedentemente, gli aspiranti supplenti inviavano autonomamente le loro candidature alle scuole, che poi li selezionavano secondo necessità, spesso in situazioni di emergenza. Questo metodo, caratterizzato da una certa discrezionalità e rapidità, permetteva alle scuole di rispondere tempestivamente alle esigenze immediate di personale.
Con la nuova procedura delineata dall’articolo 13/23, la situazione cambia radicalmente. Le scuole devono pubblicare avvisi specifici sul proprio sito istituzionale quando le graduatorie di istituto sono esaurite, al fine di reclutare docenti abilitati o, in subordine, con il titolo di studio adeguato. Questi avvisi devono essere inviati anche all’Ufficio scolastico territorialmente competente, che li pubblicherà sul proprio sito in una sezione apposita. È vietata la partecipazione alla procedura a coloro che sono già stati individuati come destinatari di contratti a tempo determinato.
Questa nuova procedura comporta un aggravio di oneri per la Segreteria delle scuole, che dovrà gestire il processo di interpello. A differenza del precedente metodo, in cui le scuole avevano piena autonomia nella scelta dei candidati, ora devono rispettare una procedura più formale e trasparente. La scuola deve pubblicare l’interpello, attendere che i candidati lo vedano e presentino la loro candidatura, e successivamente stilare una graduatoria se vi sono più risposte.
Questo processo richiede più tempo rispetto alla precedente pratica di selezione diretta e autonoma, rendendo praticamente impossibile coprire una supplenza nel giro di 48 ore. Sebbene esistano applicazioni che potrebbero facilitare questa attività, la scuola è obbligata, ai sensi della normativa vigente in materia di trasparenza e procedure di selezione del personale, a seguire la nuova procedura.
La discrezionalità precedente permetteva ai Dirigenti Scolastici di scegliere direttamente il docente interessato attraverso una determina motivata, senza la necessità di coinvolgere tutti i potenziali candidati. Con la nuova normativa, questo non sarà più possibile, in quanto violerebbe il principio di parità di trattamento (par condicio). Si potrebbe, quindi, considerare l’applicazione analogica dell’articolo 19 del DLGS 33/2013 in materia di trasparenza, che stabilisce regole precise per garantire la trasparenza e l’equità nelle procedure di selezione del personale.
Le nuove disposizioni introducono una maggiore formalità e trasparenza nel processo di selezione delle supplenze, ma complicano notevolmente la gestione rapida delle emergenze, richiedendo alle scuole di adottare un processo più strutturato e meno discrezionale.
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