Concorso Scuola Pnrr: migliaia di idonei all’insegnamento non saranno mai assunti e neanche abilitati
Il concorso PNRR 2023 per l’insegnamento nelle scuole italiane sta suscitando notevoli controversie e proteste tra i partecipanti e i sindacati. Nonostante i candidati che superano la soglia minima di 70 centesimi vengano considerati idonei, molti di loro rischiano di non essere inseriti nelle graduatorie di merito, il che preclude la possibilità di immissione in ruolo. Solo i candidati che rientrano nel numero dei posti messi a concorso verranno inseriti in queste graduatorie, lasciando fuori tutti gli altri, nonostante abbiano superato le prove.
Per di più, per i candidati della scuola secondaria, l’idoneità non comporta neanche l’abilitazione all’insegnamento, una situazione che rende questa procedura concorsuale estremamente rigida e priva di flessibilità. Questa condizione “dentro o fuori” è il risultato della necessità di rispettare i tempi ristretti imposti dagli accordi tra il Governo italiano e l’Unione Europea nell’ambito del PNRR. Tuttavia, questa peculiarità del concorso ha generato un’ondata di critiche, sia da parte degli aspiranti docenti, che hanno espresso il loro disappunto sui social media, sia da parte dei sindacati della scuola.
Elvira Serafini, segretaria generale dello Snals Confsal, ha evidenziato l’anomalia del concorso, sottolineando come sia la prima volta che un concorso ordinario non riconosce l’abilitazione all’insegnamento e l’inserimento in graduatoria di merito ai candidati idonei. Serafini ha annunciato che il sindacato prenderà tutte le misure necessarie, incluso un ricorso al TAR del Lazio, per tutelare i diritti dei candidati.
Anche la Flc-Cgil ha espresso forti critiche, accusando il ministro di prolungare ulteriormente i tempi di attesa per coloro che sono già nelle graduatorie permanenti del 2020 e di chiudere le porte a chi, pur avendo superato il concorso 2023, non rientra tra i vincitori. Il sindacato ha dichiarato di voler intraprendere iniziative di mobilitazione e di richiedere un confronto con il ministero sugli esiti delle procedure di immissione in ruolo per il 2024/2025.
Marcello Pacifico, presidente dell’Anief, ha ricordato che, secondo la prassi, le procedure concorsuali dovrebbero prevedere l’automatico conseguimento dell’abilitazione e dell’idoneità per tutti i candidati che superano la soglia minima. L’Anief ha già attivato un ricorso al TAR del Lazio con l’obiettivo di ottenere l’abilitazione per i docenti della scuola secondaria e l’inserimento nella graduatoria di merito degli idonei al concorso PNRR 2023.
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