Scuola

Inizio scuola a ottobre: richiesta al ministero per posticipare la campanella di un mese, ma è scontro con l’associazione dei genitori

Posticipare l’inizio delle lezioni a ottobre. I sindacati ci provano, a meno di un mese dall’inizio ufficiale delle lezioni che cambia a seconda delle regioni, ma che si prospetta in ogni caso caratterizzato da un caldo intenso. E gli istituti italiani non sono certo pronti per far fronte a temperature simili, tra impianti di condizionamento inesistenti e classi sovraffollate nelle quali l’aria sarà tutt’altro che salubre, lontana dall’ideale per concentrarsi e riprendere a studiare.

Il cambiamento climatico

Sarebbe una svolta epocale per la scuola italiana, e il dibattito già si incendia tra chi è favorevole a ritardare l’inizio delle lezioni e chi lo ritiene un problema non da poco. Il riferimento è soprattutto alle famiglie con genitori che lavorano e che stanno facendo già molta fatica a trascinare questa situazione fino alla seconda settimana di settembre.

Nel frattempo diversi sindacati e associazioni di categoria provano a di posticipare la campanella di un mese. Il record delle temperature di quest’estate, che non dà tregua, spinge a insistere con il ministero.

“Con questa afa è assurdo iniziare le lezioni entro metà settembre”, tuona Marcello Pacifico, presidente di Anief, chiedendo “buon senso e lungimiranza”. I calendari scolastici e lavorativi dovrebbero adeguarsi al cambiamento climatico.

A richiedere un rinvio dell’inizio delle lezioni ci si mette anche il Coordinamento nazionale docenti della disciplina dei diritti umani. Insomma si prova anche a metterla sul piano scientifico con il parere dei pediatri che danno il loro parere sull’impatto del caldo estremo sulla salute di studenti e insegnanti.

Le associazioni dei genitori

Come detto non tutti sono d’accordo: le associazioni di genitori sottolineano la difficoltà di molte famiglie a conciliare il lavoro con l’impegno dei ragazzi a casa. Arrivare a tre mesi di vacanze estive sarebbe troppo. Per molti le soluzioni sono campi estive o baby sitter, ma i costi diventano enormi.

“Nessun genitore ha vacanze per tre mesi”, sottolineano, sottolineando come una lunga pausa estiva amplifica le disuguaglianze, penalizza l’apprendimento e rende quasi impossibile conciliare lavoro e famiglia. Già raccolta una petizione con 60mila firme per chiedere una revisione del calendario scolastico.

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