Scuola

Precari scuola: il paradosso di vincere il concorso e restare senza cattedra nonostante i posti disponibili

Il problema dei docenti precari in Italia è una questione complessa e radicata nel sistema di reclutamento del personale scolastico. Nonostante i successi ottenuti attraverso il superamento di concorsi e l’acquisizione dei crediti formativi necessari per l’insegnamento, migliaia di docenti rimangono ancora precari, senza la certezza di una stabilizzazione a breve termine.

Il concorso ordinario 2020

La situazione è peggiorata per coloro che hanno superato il concorso ordinario del 2020, ma non hanno ottenuto un punteggio sufficientemente alto da garantire una cattedra. Anche se ritenuti idonei all’insegnamento, sono stati inseriti in elenchi da cui le autorità scolastiche regionali attingono per le stabilizzazioni, ma spesso sono stati scavalcati dai vincitori di concorsi precedenti o successivi. La conseguenza è un ulteriore aumento del numero dei docenti precari. Anche coloro che hanno superato con successo i concorsi non sono stati immediatamente stabilizzati.

Il recente concorso del 2023 ha aggravato ulteriormente la situazione. A differenza delle prove precedenti, questo concorso non garantisce né l’inserimento in una graduatoria di merito permanente né il diritto all’abilitazione per coloro che non rientrano nei posti disponibili. Molti docenti si trovano nella paradossale situazione di essere considerati idonei all’insegnamento, ma non hanno accesso a un’assunzione a tempo indeterminato.

La mobilitazione

I docenti coinvolti si sono mobilitati attraverso petizioni e manifestazioni. Gli idonei del concorso del 2023 chiedono di essere inseriti in una graduatoria permanente e di poter conseguire l’abilitazione con corsi meno onerosi, simili a quelli offerti ai vincitori del concorso. Chiedono di posticipare il prossimo concorso, previsto per l’autunno, per evitare un ulteriore aumento del numero di docenti precari.

Gli idonei del concorso 2020, dal canto loro, si stanno preparando a scendere in piazza in diverse regioni italiane il 30 agosto, per protestare contro una situazione che rischia di lasciare migliaia di insegnanti in una condizione di precarietà prolungata.

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