Scuola

Percorsi abilitanti docenti: inseriti a sorpresa nuovi esami intermedi, esplode la protesta dei precari

A poche settimane dal bando del nuovo concorso scuola 2024 che dovrebbe essere bandito in autunno, e che consentirà la partecipazione dei neoabilitati tramite percorsi abilitanti, esplode la polemica di quanti stanno in questi giorni avendo a che fare con una brutta sorpresa: l’inserimento nei corsi di formazione e abilitazione all’insegnamento di un percorso che è stato reso ancora più complicato a lezioni in corso.

Nuovi test intermedi

Chi sta provando a prendere l’abilitazione all’insegnamento all’Università di Torino, si ritrova con la decisione dell’ateneo di inserire dei test intermedi oltre all’esame finale.

E così alcuni partecipanti devono scegliere tra il servizio nelle scuole e la necessità di completare il percorso abilitante. A rendere tutto ancora più complesso, il fatto che i permessi studio siano limitati. Infatti per i docenti precari ci sono a disposizione solo tre giorni di permesso all’anno. Una situazione insostenibile, che mette a rischio la possibilità di completare il percorso abilitante e di accedere ai futuri concorsi.

Impegno gravoso e costoso

I sindacati piemontesi di categoria Flc Cgil, Cisl Scuola e Uil Scuola affiancano le proteste dei partecipanti che hanno inviato una lettera a Ministero dell’Istruzione, Ufficio Scolastico Regionale, Ufficio Scolastico Territoriale, Regione Piemonte e Città Metropolitana, in modo che non venga meno l’uguaglianza di trattamento in tutto il Paese agli aspiranti all’insegnamento. Non solo: servono maggiori tutele per garantire i diritti di precari, studenti lavoratori.

Al di là del cambio in corsa delle regole dell’ateneo piemontese, restano le criticità legate a un sistema di accesso alla professione che risulta costoso e per questo iniquo, oltre a essere particolarmente gravoso a livello di ore richieste.

I corsi previsti per novembre 2023 sono stati posticipati a metà luglio 2024. In tutto ciò l’Università di Torino ha deciso di aggiungere ulteriori esami intermedi, con partecipanti all’oscuro di tutto.

La spiegazione

“Questa decisione – spiega Barbara Bruschi, vice rettrice per la didattica a UniTo – risponde a una precisa strategia dell’ateneo che ha ritenuto di offrire ai corsisti un percorso propedeutico alla prova finale: è uno sforzo che UniTo già deciso di fare per garantire la migliore preparazione possibile agli insegnanti di domani. Abbiamo una responsabilità nei confronti del mondo della scuola”.

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