Tfa sostegno gratuito: esplode la protesta degli specializzati e delle famiglie, molti insegnanti rinunciano per i costi elevati
Il mondo del sostegno scuola è in fermento in seguito a una serie di provvedimenti che gettano ombre sul futuro della professione e che secondo i docenti creano disparità e ingiustizie rispetto ai diversi percorsi finora effettuati. I tagli all’inclusione e la carenza di personale specializzato sono al centro delle polemiche, ma non solo.
Le ultime decisioni del ministero in ambito sostegno sono particolarmente contrastate dai docenti interessati. In particolare, l’annuncio dei Corsi Indire che rappresenteranno una sorta di Tfa semplificato per accedere alla specializzazione e la possibilità offerta alle famiglie di confermare il docente di sostegno del proprio figlio.
Le decisioni contestate
Le ultime decisioni di equiparare i titoli di specializzazione sul sostegno conseguiti all’estero con quelli ottenuti in Italia, sta creando numerose proteste. Chi ha sostenuto spese elevate e si è sottoposto a percorsi formativi più rigorosi, trova ingiusto che adesso il risultato finale sia considerato lo stesso per tutti. Una questione di giustizia, di parità di trattamento e soprattutto che rischia di inficiare la qualità dell’insegnamento.
A essere penalizzati gli insegnanti che hanno investito tempo e denaro nella propria formazione e gli studenti.
La richiesta dei docenti e delle associazioni di categoria che rappresentano le famiglie degli studenti disabili è che il Tfa sostegno per l’insegnamento diventi gratuito. La realtà è che nella scuola italiana molti insegnanti rinunciano al percorso a causa dei costi elevati. Adesso arriva anche la decisione di equiparare i titoli esteri che svaluta la formazione di chi ha seguito il percorso in Italia. Penalizzando gli insegnanti stessi e mettendo a rischio la qualità dell’istruzione.
La manifestazione
Le proteste sono finalizzate a ottenere dal governo maggiori investimenti nella formazione di qualità e nella stabilizzazione dei docenti precari. L’obiettivo finale da non perdere di vista dev’essere la continuità didattica e la professionalità nell’insegnamento di sostegno.
Chi si è specializzato in Italia ritiene la propria formazione rigorosa e utile ad acquisire competenze specifiche. Una preparazione che adesso viene penalizzata dalla decisione di equiparare il titolo a quelli ottenuti all’estero.
Le proteste sono previste a Genova lunedì 26 agosto. La manifestazione si svolgerà davanti al Provveditorato agli Studi e sarà organizzata dal comitato “Famiglie senza cure” e sostenuta dal Collettivo Docenti di Sostegno Specializzati (CDSS).
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Condivido pienamente il contenuto di questo articolo. E’ una vergogna e una grave ingiustizia, oltre al danno, nei confronti di coloro che hanno affrontato costi e sacrifici per conseguire la specializzazione sul sostegno. Ma lo schifo più grande di tutte questa vicenda è la possibilità data ai genitori di confermare un insegnante, che dopo aver affrontato studi e sacrifici è rimesso al giudizio di chi non capisce nulla di didattica. Dove sono finiti il diritto al lavoro, la dignità, la meritocrazia ? E allora sindacati di categoria e insegnanti andate avanti con una lotta dura e incisiva fino a quando non accetteranno le vostre richieste.
Non parliamo poi delle ingiustizie insite
nel sistema di attribuzione delle supplenze annuali dalle GPS. Un’altra ingiusonazionale che il governo si ostina a non voler risolvere