Scuola

Doppio canale di reclutamento docenti: Valditara incontra la Commissione europea per chiedere maggiori margini di manovra nelle assunzioni

Non solo concorsi scuola (due quest’anno, uno a partire dal 2025) e riforma del sostegno con Corsi Indire e conferma del docente su richiesta delle famiglie. Il ministro Valditara è consapevole della necessità di imprimere una svolta al sistema di immissioni in ruolo docenti anche su posto comune e per questo ha annunciato di voler nei prossimi giorni fare richieste ufficiali all’Ue per ottenere in questo senso maggiore flessibilità.

I vincoli dell’Ue

Al momento gli accordi con l’Ue legano a doppio filo l’Italia impedendo di adattare i numeri del reclutamento alle reali esigenze della scuola italiana, e questo si traduce in una persistenza del precariato e in un aumento della supplentite che sta per caratterizzare anche il prossimo anno scolastico. “Continuo a ritenere – ha spiegato il Ministro – che sussistano le esigenze di maggiore elasticità che avevo già evidenziato in precedenza. Il 26 agosto ho segnalato al Ministro Fitto, anche in ragione del confronto sindacale avuto al riguardo, la necessità di richiedere una rivalutazione da parte della Commissione Europea delle esigenze di modifica del sistema di reclutamento dei docenti già rappresentate alla stessa Commissione in precedenza“.

Il doppio canale di reclutamento

Valditara non si è sbilanciato in merito alle richieste da portare all’Europa, ma è evidente come sarà necessario parlare del doppio canale di reclutamento, in modo da estendere al posto comune il sistema che ha consentito le immissioni in ruolo da sostegno negli ultimi anni, una procedura che ha ottenuto molti risultati e il plauso dei sindacati e delle parti in causa.

Del doppio canale di reclutamento si parla da diversi anni, e proprio prima dell’estate sembrava che qualcosa si stesse muovendo in questo senso con un emendamento presentato in Parlamento che proponeva l’adozione proprio di questo sistema. Ma l’emendamento non è passato, per la delusione di forze politiche e sindacati favorevoli, oltre che di tutto il mondo della scuola coinvolto, docenti in primis. Ora però potrebbe essere la volta buona, perché se dovesse essere questo l’argomento di discussione del ministero con l’Ue vorrebbe dire che c’è una volontà politica concreta di sbloccare la situazione una volta per tutte.

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