Graduatorie, Gps e supplenze

Algoritmo 2024: polemiche per l’esclusione dai turni successivi dei docenti che non hanno ottenuto la supplenza, il sistema li considera rinunciatari

Puntuale come ogni anno contestualmente all’assegnazione delle prime nomine mediante algoritmo per le supplenze annuali, arriva la pioggia di polemiche e critiche da parte dei docenti che ritengono di essere penalizzati dal meccanismo dell’algoritmo. Una delle caratteristiche principali dell’informatizzazione nomine supplenze, è che l’algoritmo non torna indietro, e questo si traduce in una sensazione di penalizzazione da parte dei docenti meglio posizionati in graduatoria che si sentono scavalcati a vantaggio di colleghi con punteggi inferiori.

Docenti rinunciatari

Uno degli aspetti più controversi dell’ordinanza ministeriale n. 88/2024 è quella che sancisce come rinunciatari sulla classe di concorso i docenti che, rientrando nel turno di nomina effettuato dall’algoritmo, non hanno ottenuto nessuna supplenza per carenza di sedi espresse.

A essere coinvolti da questa situazione sono i docenti inseriti in Gae e/o Gps di I o di II fascia che hanno presentato domanda per le supplenze. Molti di loro in questi primi turni di nomina per l’assegnazione delle supplenze in vista dell’anno scolastico 2024 appena iniziato, non hanno ancora ottenuto nessuna nomina pur rientrando nel numero dei candidati lavorati dall’algoritmo per l’attribuzione delle supplenze.

I sindacati

I sindacati hanno sottolineato che l’algoritmo attuale non sempre rispetta il principio meritocratico che dovrebbe guidare le graduatorie.

CISL Scuola ha espresso forte preoccupazione per l’impatto negativo che questo sistema ha su molti docenti, chiedendo al Ministero dell’Istruzione una revisione immediata dell’algoritmo per garantire che nessun insegnante con punteggi alti venga penalizzato. Ha inoltre richiesto la possibilità di rivedere gli incarichi già assegnati e di migliorare la gestione dei turni di nomina.

Anche UIL Scuola ha criticato duramente la modalità di assegnazione automatica delle supplenze, chiedendo che venga introdotto un meccanismo più flessibile che tenga conto non solo del punteggio, ma anche delle esigenze e della disponibilità effettiva degli insegnanti. UIL Scuola ha inoltre avviato un dialogo con il Ministero per esplorare la possibilità di coinvolgere più attivamente i docenti nel processo decisionale relativo alle nomine.

ANIEF (Associazione Nazionale Insegnanti e Formatori) ha portato avanti diverse iniziative per sensibilizzare l’opinione pubblica sulle problematiche legate all’algoritmo, chiedendo una maggiore trasparenza e la possibilità per i docenti di accedere a informazioni dettagliate su come vengono prese le decisioni. ANIEF ha anche proposto ricorsi collettivi per i docenti che ritengono di essere stati danneggiati dall’algoritmo.

Esperienze e testimonianze dei docenti

Molti docenti hanno raccontato le loro esperienze personali con il sistema di assegnazione delle supplenze, evidenziando la frustrazione e il senso di impotenza di fronte a un meccanismo percepito come ingiusto.

Laura, insegnante di scuola primaria in provincia di Roma, racconta: “Mi sono trovata con un punteggio alto, ho inserito le mie preferenze, ma alla fine non ho ottenuto nessuna supplenza. Il sistema non è trasparente: non capisco perché colleghi con punteggio inferiore abbiano ricevuto l’incarico, mentre io sono rimasta senza nulla. Sembra che l’algoritmo giochi a caso.”

Marco, docente di matematica in una scuola secondaria di Milano, afferma: “Lo scorso anno ho accettato una sede molto lontana da casa per paura di rimanere escluso. Quest’anno ho inserito solo scuole vicine, ma l’algoritmo mi ha saltato. È un sistema che ci mette in una posizione di estrema incertezza e ci costringe a fare scelte che poi si rivelano penalizzanti.”

Anna, insegnante in attesa di supplenza in una scuola dell’infanzia, commenta: “Ho seguito tutte le indicazioni, ho inserito le preferenze e ho ottenuto un punteggio sufficiente per rientrare nei primi candidati. Eppure non sono stata assegnata a nessuna scuola. La cosa più frustrante è che non ci sono spiegazioni chiare sul perché succeda questo.”

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