Economia e Fisco

Buoni pasto docenti e Ata: anche nel mondo della scuola come per i dipendenti della sanità per i lavoratori in servizio molte ore

Buoni pasto per docenti e ATA, come accade già per il personale sanitario. Torna la proposta dei sindacati per incrementare i diritti del personale scolastico e soprattutto il potere economico in attesa che i nuovi aumenti di stipendio annunciati dal ministero (altri 160 euro al mese lordi con il prossimo rinnovo di contratto scuola che potrebbe arrivare entro fine anno) contribuiscano ad allineare le entrate a quelle del resto dei dipendenti della pubblica amministrazione in Italia.

In servizio per molte ore

La proposta non è nuova ma viene rilanciata in questi giorni in cui la scuola riapre i battenti per i nuovo anno dal sindacato Anief. Un cavallo di battaglia che dovrebbe consentire di ottenere l’introduzione di buoni pasto per gli ATA e i docenti.

I buoni pasto costituirebbero un diritto fondamentale per i lavoratori della scuola. Non sono pochi i docenti che si trovano nelle condizioni, spesso anche lontano da casa, di lavorare per molte ore senza avere la possibilità di beneficiare del diritto di un pasto adeguato.

“Stiamo parlando di persone in servizio per molte ore, spesso a scuola nell’ora di pranzo. Perché non prevedere dei buoni pasto, così come accade per i dipendenti della sanità? Siamo convinti che sia un loro diritto e lo richiederemo con più convinzione, visto che sempre più docenti e ATA ce lo chiedono”. Questa la richiesta di Anief.

In attesa degli aumenti di stipendio

Con l’introduzione dei buoni pasto per i dipendenti scolastici non si farebbe altro che allineare i diritti di questi ultimi a quelli di altri settori, come la sanità. In attesa di ulteriori aumenti di stipendio che consentirebbero di innalzare i livelli di potere di acquisti di docenti ata a livelli più sostenibili.

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