Economia & Fisco

Aumento stipendio docenti: 426 euro al mese per adeguare i salari all’inflazione, il Governo ne propone solo 160

Servono 426 euro di aumento al mese per i docenti per allineare gli stipendi ai danni fatti dall’inflazione. La cifra richiesta da FLC CGIL rende l’idea della differenza che ancora c’è tra gli aumenti proposti dal ministero (160 euro) in ottica rinnovo del contratto scuola e le richieste dei sindacati. FLC CGIL ha espresso forti critiche riguardo alle limitate risorse previste nella legge di bilancio per gli aumenti salariali del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) della scuola per il periodo 2022-2024.

Le priorità del governo

Secondo il sindacato, guidato da Gianna Fracassi, il governo non considera una priorità non solo la scuola, ma anche l’università, la ricerca e l’Afam, così come non dà importanza ai lavoratori del settore.

Il sindacato ha voluto precisare, dopo alcune dichiarazioni imprecise del ministro sui salari degli insegnanti, che il governo ha stanziato risorse per un aumento del 5,78%, pari a circa 137 euro lordi mensili, una cifra nettamente inferiore rispetto all’inflazione cumulata del 18%. Per coprire solo l’inflazione, secondo la FLC CGIL, servirebbero circa 426 euro mensili.

Il divario salariale

La nota prosegue sottolineando come il divario salariale tra gli insegnanti italiani e quelli di altri paesi europei, nonché rispetto al resto del pubblico impiego, sia di quasi il 20%, attribuendo questa situazione a politiche di tagli e blocchi salariali introdotte durante il governo Berlusconi.

Il sindacato critica la confusione tra misure diverse, ricordando che la riduzione del cuneo fiscale non riguarda specificamente il personale scolastico, ma tutti i lavoratori con redditi inferiori a 35.000 euro.

Risposte insufficienti

Il problema dei bassi salari nella scuola, già segnalato dalla FLC CGIL nel 2018, non ha trovato risposte adeguate nei successivi rinnovi contrattuali, e il contratto attuale per il 2022-2024 non è ancora stato avviato, nonostante le dichiarazioni del ministro Valditara. Il sindacato evidenzia che i 137 euro proposti dal governo sono molto lontani da ciò che sarebbe necessario per far fronte alla perdita del potere d’acquisto.

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