Graduatorie, Gps e supplenze

Algoritmo Gps: si pensa al ritorno alle nomine in presenza in attesa di perfezionare il sistema informatico

Doveva essere l’anno del definitivo miglioramento dell’algoritmo Gps dopo i primi “esperimenti” e il rodaggio passato, e invece si sta assistendo probabilmente all’annata peggiore dal punto di vista della correttezza dei risultati, con polemiche che imperversano e critiche aspre che non mancano.

Province ancora in difficoltà

Ad aver fallito probabilmente non è l’algoritmo in sé ma tutto il sistema di predisposizione delle graduatorie e le tempistiche necessarie, che non coincidono con le settimane a disposizione durante l’estate e che comportano inevitabilmente errori a catena. Quel che è certo è che servirà una profonda riflessione per capire se si tratta di un sistema che funziona ancora, anche in virtù del sempre crescente numero di scritti che intasa le graduatorie e sovraccarico uffici e segreterie, portando ad errori inevitabili.

Il risultato è che ad anno scolastico abbondantemente avviato non si intravede ne la luce in fondo al tunnel ne si ha la certezza di nomine corrette. Anzi. La situazione attuale parla di molte province ancora in difficoltà con cattedre ancora non assegnate. In alcuni casi, ancora peggio, si assiste al rifacimento delle nomine.

Le nomine in presenza

In questo caso pagano tutti: segreterie scolastiche, docenti e studenti. “Tornare alle nomine in presenza, in attesa di perfezionare il sistema informatico, rappresenterebbe la soluzione per garantire i legittimi diritti al personale della scuola”. E’ la richiesta del Segretario Generale della Uil Scuola Rua, Giuseppe D’Aprile.

Secondo il sindacalista in Italia il sistema di reclutamento mostra tutti i suoi limiti, come dimostra il fatto che un docente su quattro è precario. In meno di dieci anni la percentuale di precari è passata dal 13,8% al 24%.

In vista del prossimo anno il ministero dovrà confrontarsi con i sindacati e portare avanti una seria riflessione sull’opportunità di cambiare strada. Se davvero sarà necessario tornare alle nomine in presenza, sarà una sconfitta per tutto il sistema.

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