Possono prendere il via i ricorsi per ottenere l’indennizzo causato da abuso di contratti a termine nel mondo della pubblica amministrazione, e dunque anche per il personale scolastico, con particolare riferimento a docenti e Ata. Il provvedimento del Governo è stato è stato pubblicato nelle scorse ore in Gazzetta Ufficiale, nell’ambito del decreto legge N.131/2024 che introduce disposizioni urgenti per la soluzione di procedure di infrazione e pre-infrazione pendenti nei confronti dello Stato italiano.

I precari negli ultimi dieci anni

I precari della scuola possono dunque ora procedere con i ricorsi grazie ai quali arrivare a ottenere un risarcimento del danno fino a 40 mila euro, secondo il sindacato Asset Scuola. Possono accedere a questo ricorso tutti i precari della scuola italiana. Il provvedimento ha effetto anche retroattivo, per cui possono procedere anche coloro i quali sono stati precari negli ultimi 10 anni. Grazie a questa procedura, sarà possibile accedere a un equo indennizzo che compensi parzialmente tutti gli anni in cui hanno lavorato con contratti a tempo determinato in sequenza.

Non è possibile stabilire a priori l’entità del risarcimento che ogni docente potrà ottenere. L’indennizzo dipenderà caso per caso dal giudice. Quel che è certo, è che il risarcimento potrà variare da un minimo di 4 a un massimo di 24 mensilità dell’ultima retribuzione di riferimento per il calcolo del trattamento di fine rapporto.

I parametri dei giudici

Per prendere la sua decisione in merito all’entità dell’indennizzo, il giudice dovrà valutare una serie di elementi soggettivi della situazione del docente e oggettivi della sua condizione lavorativa e contrattuale pregressa. In questo senso, dovrà prendere in considerazione la gravità della violazione, anche confrontandola con il numero dei contratti in successione intervenuti tra le parti e alla durata complessiva del rapporto.

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