Risarcimento precari scuola: è legge l’indennizzo per docenti e Ata, ma lascia perplessi la necessità di fare ricorso per ottenerlo
I precari con almeno 36 mesi di servizio alle spalle, quelli che comunemente vengono definiti i precari storici, possono accedere a un risarcimento per abuso di contratti a termine istituzionalizzato dal governo Meloni nell’ambito del decreto Salva infrazioni. E’ un risarcimento che riguarda in generale i precari della pubblica amministrazione, e che quindi comprende anche docenti e personale ATA.
La procedura di infrazione
E’ una risposta, parziale, da parte del Governo alla procedura di infrazione aperta dall’Unione Europea nel 2019. E’ evidente però che la soluzione definitiva a questa procedura di infrazione non potrà essere un risarcimento parziale degli anni di precariato ma la garanzia di una stabilizzazione delle posizioni lavorative nei prossimi anni per la maggior parte possibile dei dipendenti precari.
In ogni caso, nel frattempo i precari possono ottenere un indennizzo che va da 4 a 24 mesi per compensare gli anni di precariato sulle spalle dei lavoratori senza stabilità economica e contrattuale nel loro impiego.
Niente risarcimento d’ufficio
In Gazzetta ufficiale è stato pubblicato l’articolo 12 del decreto 31 approvato che prevede per legge ciò che la Cassazione aveva già stabilito, e cioè che i precari hanno diritto a un risarcimento tra i 2 e i 4 mesi. Il decreto legge fa anche meglio portando il risarcimento fino a un massimo di 24 mesi.
Ancora però la procedura sembra farraginosa, perché per accedere all’indennizzo sarà necessario fare ricorso e attendere la decisione del giudice, che dovrà quantificare il risarcimento stabilendo un minimo di 4 e un massimo di 24 mensilità. Dunque non si provvede ancora con il risarcimento d’ufficio, e questo rappresenta ancora un limite, considerato che una parte dei precari, per vari motivi, potrebbe essere scoraggiato dall’intraprendere la strada del ricorso. L’auspicio è che il risarcimento possa diventare legge ed essere erogato in automatico in base alla posizione individuale del precario.
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