Graduatorie, Gps e supplenze

Algoritmo Gps: sta considerando rinunciatari i docenti in posizione privilegiata che non possono accettare le proposte iniziali

Doveva essere l’anno della definitiva consacrazione dell’algoritmo, grazie alle ulteriori piccole modifiche apportate dal ministero sulla scorta degli anni precedenti, nonostante fosse stato annunciato che le modifiche non sarebbero state sostanziali. E invece probabilmente si è assistito al peggior anno dell’informatizzazione nomine supplenze, anche in virtù della concomitanza con l’aggiornamento biennale delle GPS e della proroga di due settimane concessa dal ministero che non ha aiutato le tempistiche di attuazione di tute le procedure necessarie.

Sistema paradossale e penalizzante

Fatto sta che la credibilità della procedura si è abbassata ulteriormente, al punto che i sindacati hanno iniziato invocare un ritorno alle convocazioni in presenza. Giuseppe D’Aprile, Segretario generale della UIL Scuola, è tra i più critici nei confronti dell’algoritmo, procedura che definisce “paradossale e penalizzante”. Il ministero deve fare i conti anche con le sentenze dei tribunali che in diversi casi hanno disposto il risarcimento nei confronti dei docenti penalizzati dalle mancate assegnazioni o da assegnazioni peggiori di quelle che avrebbero meritato in virtù della loro posizione in graduatoria.

Docenti rinunciatari

Uno dei principali difetti dell’algoritmo, secondo D’Aprile, è che assegna le supplenze partendo dall’ultima posizione in graduatoria rispetto al primo turno di nomina. L’aggravante è che considera “rinunciatari” coloro che, pur essendo in posizione privilegiata, non hanno potuto accettare le proposte iniziali. Spesso solo perché lontane dalla propria residenza.

“Un candidato, pur essendo primo in graduatoria e avendo legittimamente indicato come preferenze solo le sedi più vicine alla propria abitazione, se al momento del primo turno di nomina nessuna di queste risultasse disponibile, verrebbe escluso dalla possibilità di ottenere supplenze nei turni successivi e per tutto l’anno scolastico, anche se successivamente si liberassero posti corrispondenti alle preferenze espresse”, spiega D’Aprile.

Convocazioni in presenza

In effetti non è tanto l’algoritmo ad avere una impostazione sbagliata, ma le graduatorie con le quali si ritrova ad avere a che fare, considerato che le gps spesso sono piene di docenti già di ruolo a cui sono stati assegnati incarichi da supplente. Questo comporta revoche e riassegnazioni che creano confusione e ritardi nella continuità didattica: “Pensiamo che la presenza fisica degli aspiranti alla convocazione, in attesa di un perfezionamento della procedura, sia la soluzione auspicabile”, conclude D’Aprile.

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