Scuola

Corsi Indire sostegno: saranno brevi, proteste per l’equiparazione al Tfa

La rivoluzione sul sostegno voluta dal ministro Valditara per dare maggiori certezze a un ambito dell’insegnamento tra i più delicati e i più in difficoltà, passa inevitabilmente anche attraverso una serie di critiche, anche molto forti, da chi chiamato in causa direttamente o indirettamente si sente notevolmente penalizzato.

La conferma dei docenti

E’ il caso dei docenti sul sostegno che ritengono ingiusta la possibilità data alle famiglie di confermare l’insegnante di sostegno del figlio in caso si siano trovati particolarmente bene. La conferma partirà solo dall’anno scolastico 2025/26 ma è chiaro che già quest’anno scatterà l’osservazione con occhi diversi dell’operato dell’insegnante per intravederne pregi e difetti da cui potrebbe dipendere la richiesta o meno di conferma.

I corsi indire

Latro novità molto criticata sono i nuovi corsi di specializzazione sostegno organizzati da INDIRE. Non son stati ancora avviati e non si intravede ancora con certezza la loro partenza. Nelle prossime settimane dovrebbe essere diramato il decreto attuativo che consentiranno di affiancare il Tfa per dare vita a quel doppio canale di specializzazione utile a immettere in ruolo 85 mila docenti con titolo.

Ma il fatto che questi corsi riservati ai docenti con tre anni di servizio possano essere equiparati al Tfa non coincide. Al punto che il Collettivo Docenti di Sostegno Specializzati ha una petizione indirizzata al Ministero dell’Istruzione e del Merito.

Difficoltà differenti

L’obiettivo è che vengano ampiamente sottolineate le differenze tra i due percorsi a livello di preparazione. I detrattori dell’iniziativa sottolineano come l’accesso al TFA sostegno è determinato da tre prove concorsuali. Il tfa, caratterizzato da difficoltà e rigorosità, con diversi semestri di apprendimento e pratica, secondo chi ne ha preso o ne sta prendendo parte non può essere equiparato ai corsi INDIRE, annunciati come più brevi e accessibili.

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