Graduatorie, Gps e supplenze

Algoritmo Gps: Ministero condannato a risarcire docente precaria, errore nell’attribuzione della supplenza

Il ministero e gli uffici scolastici, anche in questi giorni, non perdono occasione per difendere a spada tratta l’algoritmo e il suo operato, ribattendo colpo su colpo agli attacchi che arrivano da docenti e sindacati convinti che si stia perpetrando l’ennesima ingiustizia ai danno della categoria insegnanti sotto forma di anomalie nell’assegnazione degli incarichi tramite graduatorie Gps.

Il risarcimento

L’algoritmo funziona, eventuali anomalie dipendono dalle scelte degli insegnanti in occasione dell’invio della domanda per le max 150 preferenze e soprattutto il meccanismo riservato ai rinunciatari e al fatto che l’algoritmo non torna indietro non è diverso da quello invocato come salvatore della patria delle nomine in presenza.

Eppure i giudici non sembrano dello stesso avviso, come dimostra, secondo quanto riporta Repubblica, la sentenza del tribunale di Torino con la quale il Ministero dell’Istruzione e del Merito viene condannato a risarcire una docente di scuola secondaria con 4.568,69 euro.

Proprio a causa di un evidente errore dell’algoritmo. I fatti risalgono all’anno scolastico 2021/2022, quando la procedura informatizzata nata per rispondere all’impossibilità di procedere con le nomine in presenza ai tempi della pandemia, aveva assegnato alla supplente solo una mezza cattedra.

I difetti storici

Un danno evidente per l’insegnante bloccata per mesi senza la possibilità di ottenere un incarico completo. E qui si torna al tema di partenza, ovvero se questa procedura pensata per semplificare e ottimizzare la procedura, stia ottenendo lo scopo per il quale era stata creata, o se stia diventando vittima di se stessa causando più danni dei benefici apportati.

Uno dei difetti è strettamente legato sia alle scelte al buio che i docenti devono fare in sede di invio della domanda per le max 150 preferenze, sia il fatto che l’algoritmo operi su graduatorie spesso imperfette, creando inevitabili disponibilità sopravvenute al primo turno di nomina per rinunce o rettifiche. Procedura che in questo modo penalizzai i docenti meglio posizionati in graduatoria.

Altra critica che viene mossa all’algoritmo, il fatto che non consente modifiche successive, cosa che penalizza chi non ottiene subito un incarico completo.

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