Algoritmo Gps: controlli tardivi a un mese dall’assegnazione delle supplenze, docenti senza titolo rimossi dall’incarico ora rischiano la denuncia
Il ministero lo ha ribadito più volte, gli uffici scolastici hanno fatto eco negli anni passati e anche nelle scorse settimane: a essere difettoso non è l’algoritmo, che opera in base alle graduatorie fornite, ma le graduatorie stesse e le inevitabili rinunce da parte dei docenti. Se poi a questo si aggiunge il riscontro di irregolarità nell’assegnazione delle supplenze a diverse settimane dall’assegnazione dell’incarico, ecco che il caos è servito e inevitabile.
I turni di nomina
Il controllo da parte delle segreterie scolastiche, e non degli uffici provinciali a monte, comporta che ci si possa accorgere di aver assegnato cattedre a chi non ne aveva diritto anche a un mese dall’avvio dell’anno scolastico.
E così le cattedre assegnate ai precari che non ne avevano diritto devono tornare nella disponibilità dell’algoritmo, nel caso in cui si stai ancora andando avanti con i turni di nomina. In caso contrario, diventano oggetto di assegnazione tramite graduatorie di istituto o di interpello.
Sta accadendo un po’ in tutta Italia: i dirigenti scolastici, dopo aver effettuato i controlli necessari, si accorgono di anomalie. In alcuni casi, si accorgono che le cattedre sono state assegnate a chi non aveva affatto i requisiti necessari per insegnare. E così i docenti destinatari dei controlli vengono depennati dalle GPS a seguito di un decreto dell’Ufficio Scolastico. Se si riscontra il dolo nella ver dichiarato titoli che non si possedevano, ci possono essere anche ripercussioni penali.
I controlli tardivi
E così dopo che le scuole segnalano le irregolarità all’Ufficio Scolastico, i docenti, dopo aver lavorato per alcune settimane senza averne diritto, vengono rimossi dal servizio.
Il regolamento delle supplenze annuali prevede che siano le scuole a verificare la validità dei titoli dichiarati dagli aspiranti docenti al momento della firma del primo contratto. Ma i controlli non sono immediati, e così nel frattempo il docente ottiene la cattedra e insegna, pur non avendone diritto.
Cisl Scuola: “Le scuole, analizzando le dichiarazioni rese dai docenti, stanno riscontrando numerose imprecisioni sugli stessi titoli, molto spesso decurtando il punteggio attribuito in graduatoria. L’esclusione comporta la cancellazione dalle rispettive graduatorie e, se il dirigente scolastico ravvede la presenza di dichiarazioni mendaci, la segnalazione agli organi inquirenti per l’ipotesi di reato”.
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