Aumento stipendio docenti precari: scatti di anzianità imposti dall’Ue all’Italia per chi insegna da più di 36 mesi
Potrebbe abbattersi come un vero e proprio tsunami sui conti pubblici dello Stato la questione degli scatti stipendiali non riconosciuti ai docenti precari della scuola, con contratti oltre i 36 mesi, italiana sollevata dalla Commissione Europea.
L’abuso di contratti a termine
La decisione di deferire il nostro Paese alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea per l’incapacità di risolvere la questione relativa all’abuso di contratti a termine nella pubblica amministrazione (scuola al primo posto) e l’invito ad adeguare anche gli stipendi dei docenti precari agli scatti di anzianità potrebbe comportare per le casse del Governo costi esorbitanti.
I docenti precari e in generale i precari della pubblica amministrazione, non beneficiano degli adeguamenti economici riservati a chi ha un contratto a tempo indeterminati. Questo significa che un precario può insegnare nella scuola italiana anche per dieci anni ma ogni anno riparte praticamente da zero, senza vedersi riconosciuta alcuna anzianità che si dovrebbe tradurre in adeguamenti economici dello stipendio.
L’effetto retroattivo
Adesso l’Italia dovrà adeguarsi alle sollecitazioni europee. Cosa che non sarà di facile gestione per il futuro, visto l’enorme numero di precari nella scuola italiana. Ma se dovesse esserci anche un effetto retroattivo, le somme da sborsare potrebbero diventare davvero esorbitanti e mettere in crisi l’intera salute delle casse statali.
Iscriviti al nostro canale Telegram per ricevere tutti gli aggiornamenti sulla scuola. Seguici su Google News cliccando su “segui”.