Pagamento ferie supplenti brevi: precari assunti con contratti di breve durata non possono essere messi in ferie d’ufficio, altrimenti vano pagate
Una sentenza emessa dal Tribunale di Marsala ha stabilito che i precari assunti con contratti di breve durata nelle scuole non possono essere costretti a utilizzare le ferie in modo automatico senza una loro richiesta esplicita. Un principio già riconosciuto da diverse normative e giurisprudenza, confermato dal giudice che ha deciso in favore di un supplente, al quale la scuola aveva forzatamente collocato in ferie durante il periodo di interruzione delle lezioni.
Le ferie maturate
Il supplente aveva prestato servizio in una scuola con un contratto a tempo determinato. Al termine del rapporto di lavoro, non avendo usufruito delle ferie maturate, il docente aveva chiesto il pagamento delle stesse, in quanto non c’è alcun obbligo per il lavoratore di consumarle durante il periodo di sospensione delle attività didattiche. La scuola, però, aveva negato il compenso, sostenendo di averlo collocato d’ufficio in ferie.
La vicenda è finita in tribunale, dove il giudice ha dato ragione al supplente. La sentenza ha riconosciuto il diritto del docente precario a ricevere un risarcimento di 1.700 euro più interessi per le ferie non godute. La decisione si fonda sul principio che, in mancanza di una richiesta esplicita da parte del lavoratore, la scuola non può imporre ferie d’ufficio. Le ferie sono un diritto riconosciuto a tutti i lavoratori e, se non utilizzate, devono essere compensate economicamente.
La collocazione forzata
Questa sentenza potrebbe avere ripercussioni importanti per molti lavoratori precari del settore scolastico, i quali, spesso, si vedono negare il pagamento delle ferie non godute con l’argomentazione che sono state collocate forzatamente in ferie. Il caso di Marsala fa eco a una serie di contenziosi analoghi su scala nazionale e potrebbe rappresentare un precedente rilevante per future rivendicazioni.
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