Tra mille polemiche si avvicina sempre più il prossimo bando di concorso pnrr, il secondo del 2024, che consentirà al ministero di rispettare gli impegni presi con l’Ue in ottica assunzioni entro il 2026 (proroga concessa dopo l’iniziale richiesta di completare l’iter entro il 2024). Gli ultimi incontri tra ministero e sindacati hanno ufficializzato il bando tra fine ottobre e novembre, stabilendo anche alcune novità come quelle riguardanti il numero limitato di accessi all’orale e alcune modifiche per determinati programmi inerenti specifiche classi di concorso.

Idonei sul piede di guerra

Dall’anno prossimo fine della fase transitoria, con criteri di partecipazione ancora più stringenti che taglieranno fuori alcuni requisiti come il diploma itp e il possesso dei 24 cfu.

Questo nuovo concorso è visto come fumo negli occhi da chi fa parte delle graduatorie degli idonei dei concorsi precedenti non ancora esaurite. Nuovi vincitori e nuovi idonei significano inevitabilmente un ridursi di possibilità di scorrimento delle graduatorie per chi non è risultato vincitore e non rientra tra i posti messi a bando pur avendo superato le prove.

In vista dell’anno scolastico appena iniziato, sono stati accantonati circa 19.000 posti, che andranno proprio a consentire l’immissione in ruolo dei vincitori del prossimo concorso PNRR.

Esaurimento delle graduatorie

I sindacati avrebbero preferito prima coprire tutti i posti vacanti. Per questo la richiesta nei confronti del ministero è quella di utilizzare tutte le graduatorie degli idonei dei concorsi precedenti portando a esaurimento anche quelle del concorso 2023.

In particolare UIL Scuola Rua chiede al ministero di attingere dalle graduatorie esistenti anche per gli anni scolastici successivi, ridistribuendo anche i posti non coperti in una regione tra le altre regioni. L’obiettivo sarebbe ottimizzare le assunzioni procedendo con lo scorrimento delle graduatorie degli idonei del concorso 2020.

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