Pagamento stipendio neoassunti in ruolo: migliaia di docenti ancora in attesa, sciopero in vista
Nemmeno il tempo di festeggiare la nuova assunzione, che ci si deve scontrare con la triste realtà dei fatti: per molti docenti neoimmessi in ruolo, cresce lo sconcerto e la delusione per il fatto che ad oggi, a metà ottobre, lo stipendio non è ancora stato pagato. La problematica riguarda migliaia di docenti ma una parte di loro, per la precisione 1700 insegnanti circa, coordinata da una docente, Eloisa Aquilina, ha deciso di denunciare una situazione che non esita a definire di “vergogna assoluta”. Destinatario dell’appello il ministero, sollecitato a provvedere con interventi immediati.
In migliaia senza stipendio
“Siamo migliaia di insegnanti senza stipendio”, denuncia Aquilina. “Nessuna notizia né di settembre né di ottobre. Alcuni colleghi sono stati costretti a tornare a casa perché non riescono a sostenere le spese di alloggio fuori sede”.
Come sempre sono le problematiche burocratiche a causare questo genere di ritardi, come avviene spesso anche per il pagamento delle supplenze brevi. E così nelle diatribe tra Ministero, scuole e ragionerie territoriali, a uscirne penalizzati sono i docenti che sono stati immessi da poco in ruolo ma che ancora non possono godere dei loro diritti, a cominciare dalla ricezione dello stipendio.
I motivi del ritardo
A complicare la situazione, il atto che al momento il Ministero dell’Istruzione non avrebbe fornito indicazioni chiare sulla stipula dei contratti. In altri casi, il mancato pagamento dipende dal fatto che alcune scuole avrebbero trasmesso la documentazione in ritardo. A farne le spese, oltre ai docenti non pagati, sono le ragionerie territoriali oberate di lavoro che si ritrovano a essere in difficoltà con la possibilità di evadere le pratiche in tempi giusti.
“Nel frattempo, migliaia di docenti fanno la fame e non riescono a pagare l’affitto”, prosegue Aquilina. “Assistiamo al teatrino della carta del docente, un contentino che non risolve il problema della mancata retribuzione per un servizio pubblico essenziale”.
Le province coinvolte
IL ritardo riguarda in generale tutta Italia, ma in particolare si riscontrano difficoltà in province come Alessandria, Novara, Torino, Pavia, Vicenza, Roma, Treviso, Lodi, Piacenza, Brescia, Voghera, Enna, Nuoro, Firenze, Verona, Latina, Milano, Venezia, Sondrio, Vercelli, Cuneo, Catania, Siracusa e Monza.
Lo sciopero
Se la situazione non si sbloccherà nei prossimi giorni, e purtroppo sembra difficile possa accadere, ci sarà uno sciopero per il 23 ottobre. “Mi farò portavoce di questa iniziativa”, dichiara. “Siamo il cuore pulsante dell’Italia di domani e non possiamo tollerare un simile trattamento”.
Iscriviti al nostro canale Telegram per ricevere tutti gli aggiornamenti sulla scuola. Seguici su Google News cliccando su “segui”.