Scuola

Doppio canale di specializzazione sul sostegno: corsi da gennaio, assunzioni già dal 2025

Il doppio canale di specializzazione sul sostegno (in attesa che venga approvato anche il ben più atteso doppio canale di reclutamento docenti) sta per prendere ufficialmente il via. Mancano ormai solo i dettagli, che il ministero dovrà concordare con le università e con Indire, ma siamo ormai alle battute finali.

Al via nel 2025

Prosegue la marcia di avvicinamento contraddistinta dalle informazioni sempre più precise che, in attesa di un decreto ufficiale, il ministro Valditara condivide con il mondo della scuola. I corsi di specializzazione di sostegno gestiti dall’Indire sono stati fortemente voluti dal ministro per contrastare il fenomeno dei docenti non specializzati sulle cattedre di sostegno, e per contrastare quello che lui stesso ha definito un fallimento della strategia portata avanti dalle università con il Tfa.

Che rimarrà attivo, e che si appresta a prendere il via con il decimo ciclo. Cosa che non convince proprio chi ritiene di aver seguito o di dover seguire un percorso che resta sulla carta molto più complicato dei Corsi Indire di prossima partenza. Che a loro volta però, lo ricordiamo, saranno riservati comunque a coloro i quali possono vantare tre anni di servizio sul sostegno, e dunque partono già da una buona base di esperienza e formazione sul campo.

Il Ministero dell’Istruzione con il percorso di ‘Indire’ che partirà nel 2025 intende specializzare già in questo anno scolastico almeno 40mila insegnanti di sostegno. Probabilmente si partirà subito a gennaio, considerato che i 30 cfu devono essere acquisiti entro fine 2025.

Il percorso di assunzione

Le prospettive però non si fermano ai Corsi, dal momento che il ministro chiederà al ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti di consentire per l’anno scolastico 2025/2026 di iniziare un percorso di assunzione degli insegnanti di sostegno specializzati.

“Quello degli insegnanti di sostegno – ha continuato il responsabile del dicastero bianco – è un tema di inclusione, che mi sta particolarmente a cuore: il tema del precariato degli insegnanti di sostegno non è mai stato affrontato in modo razionale, dovevamo scoprirlo noi che ci sono 85mila insegnanti di sostegno precari in Italia con tre anni di attività che non hanno una specializzazione, non avendola non possono essere assunti perché non possiamo trasformare il dibattito di fatto in organico di diritto, le Università soprattutto quelle del Nord Italia non sono state in grado di specializzare gli insegnanti precari sul sostegno”.

Ultimo passaggio, in ordine temporale ma non di importanza, sarà quello che consentirà di trasformare gradualmente l’organico di fatto in organico di diritto.

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