Bando concorso scuola 2024: rischia di slittare la pubblicazione, il ministero proroga al 26 ottobre le operazioni di censimento delle aule informatizzate
Potrebbe slittare di qualche giorno, e a questo punto difficilmente arriverà a fine ottobre, la pubblicazione del bando per il secondo concorso Pnrr 2024. La prima fase delle procedure propedeutiche all’avvio del concorso scuola previsto per l’autunno è caratterizzata infatti dalle operazioni di censimento delle aule informatizzate delle scuole che potrebbero ospitare le prove. Con nota del 17 ottobre il Ministero ha comunica la proroga al 26 ottobre 2024 del termine utile per effettuare il censimento, una proroga di una settimana che inevitabilmente potrebbe incidere anche sulla pubblicazione del bando.
Le prove
Proprio questa operazione propedeutica, di fatto, è l’ultimo scoglio formale e burocratico prima dell’ufficializzazione del concorso, che a questo punto potrebbe arrivare a novembre. In ogni caso il bando deve necessariamente essere reso pubblico, come da accordi con Bruxelles, entro fine anno, quindi entro il 31 dicembre.
Ricordiamo infatti che si tratta dell’ultimo concorso facente parte della fase transitoria per i concorsi Pnrr, che scade appunto a fine anno. Il bando quindi arriverà a novembre, ma le prove in ogni caso difficilmente saranno messe in calendario già nel 2024, considerata anche l’inevitabile sovrapposizione con la coda lunga degli esami orali che sta caratterizzando il primo concorso del 2024.
Le graduatorie
Le prove, con ogni probabilità, inizieranno a gennaio 2025, in ogni caso prima possibile considerato che l’obiettivo è fare in modo che poi le graduatorie siano pronte per l’avio del nuovo anno scolastico, consentendo così le assunzioni.
Tempistiche per le quali è stato anche modificato il regolamento per quel che riguarda l’accesso dallo scritto all’orale, che adesso è diventato molto più selettivo. Per accedere alla prova orale è necessario: ottenere un punteggio minimo di 70/100 nella prova scritta, ma è condizione necessaria ma non sufficiente. Bisogna infatti anche rientrare nel limite massimo di candidati, pari a tre volte i posti disponibili, nella Regione per ciascuna classe di concorso o tipologia di posto.
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