Interpelli scuola 2024: dirigenti scolastici scelgono tra docenti che non hanno titolo per la supplenza disponibile, soprattutto in infanzia e primaria, sia posto comune che sostegno
Che l’esperimento dell’interpello, nuovo strumento di assegnazione delle supplenze fuori graduatoria, potesse essere “rischioso” era prevedibile, ma al momento il bilancio è abbondantemente al di sotto delle previsioni. Al punto che il ministero è dovuto intervenire a lavori in corso per correggere la procedura con il sistema misto dell’Interpello-Mad.
L’assegnazione dei posti
In vista del prossimo anno lecito attendersi ulteriori aggiustamenti. Nel frattempo su Orizzonte Scuola il Prof. Enzo Palumbo ha avviato un’indagine approfondita sui bandi di interpello pubblicati dalle scuole per il conferimento di supplenze fuori graduatoria. Ciò che emerge dal suo lavoro è una varietà di criteri adottati dai dirigenti scolastici per assegnare i posti, che spesso si discostano dalle indicazioni ministeriali, creando una situazione di grande confusione e disomogeneità.
L’ordinanza ministeriale n. 88 del maggio 2024, in particolare l’articolo 13, specifica che i requisiti richiesti dovrebbero limitarsi al possesso di un’abilitazione o, in mancanza, di un titolo di studio idoneo, con delle preferenze per il sostegno e per le specializzazioni linguistiche nella scuola primaria. Tuttavia, nella pratica, i dirigenti si trovano a dover operare scelte che includono criteri molto più variabili, spesso a causa della mancanza di personale specifico.
La selezione dei titoli
L’analisi di Palumbo documenta diversi casi concreti, dimostrando come le scuole applichino criteri diversificati che variano da istituto a istituto, causando disparità e incertezza tra gli aspiranti docenti. In alcuni interpelli, ad esempio, viene data priorità a chi possiede lauree specifiche come Scienze della Formazione Primaria, mentre in altri si prediligono titoli diversi, come le lauree in Psicologia o Pedagogia. Non manca anche chi considera i candidati in base all’anzianità di servizio o alla continuità didattica, a scapito della coerenza con le disposizioni nazionali.
Palumbo mette in luce una “giungla di graduatorie mai pubblicate”, un fenomeno che chiama a una riflessione sui criteri non uniformi con cui le supplenze vengono conferite. Questa discrezionalità non solo rende difficile l’accesso per i docenti, ma va a scapito anche della trasparenza e della possibilità per chi ha ottenuto incarichi a tempo parziale di completare il proprio orario. È urgente, conclude Palumbo, un intervento sindacale e ministeriale per regolamentare in maniera più chiara e univoca il sistema di interpello, rispettando la normativa e riducendo il margine di discrezione, a beneficio di docenti, studenti e istituti stessi.
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