Precari scuola: approvato oggi il risarcimento da 4 a 24 mensilità dell’ultima retribuzione per docenti e ata, come ottenere il rimborso
E’ ufficiale il risarcimento per i precari della scuola docenti e ata (e in generale per tutti gli appartenenti alla pubblica amministrazione) vittime di abuso di contratti a termine. Il semaforo verde definito arrivato oggi grazie al voto della Camera dei Deputati al decreto legge Salva Infrazioni. Il risarcimento, in ambito scolastico, è indirizzato a docenti e ATA precari.
La durata dei contratti a termine
In base alla disposizione, docenti e ata avranno diritto a un indennizzo da 4 a 24 mesi dell’ultima retribuzione. L’importo esatto del risarcimento sarà commisurato alla gravità dell’abuso e alla durata complessiva dei contratti. La misura è indirizzata ai lavoratori della Pubblica Amministrazione, quindi anche della scuola, che sono stati oggetto di abuso dei contratti a termine.
Beneficiari del risarcimento quindi anche docenti e altri lavoratori della scuola. Come sapere esattamente a quale indennizzo si ha diritto? Bisognerà chiederlo al giudice, che in base alle situazioni individuali potrà sancire un rimborso che non potrà essere inferiore a 4 mesi e non potrà essere superiore a 24 mensilità dell’ultima retribuzione di riferimento per il calcolo del trattamento di fine rapporto.
Le decisioni del giudice
I parametri di cui i tribunali dovranno tenere conto, dovranno dipendere dalla gravità della violazione, anche commisurata al numero dei contratti in successione intervenuti tra le parti e alla durata complessiva del rapporto. Oltre questa forbice all’interno della quale ottenere il rimborso, ogni lavoratore avrà la possibilità di dimostrare ulteriori danni subiti.
E’ una misura che rappresenta una sorta di risposta alla procedura di infrazione che la Commissione europea aveva avviato nei confronti dell’Italia ormai 5 anni fa. La procedura era motivata dall’evidenza di un abuso di contratti a termine nel nostro Paese, supportata dall’assenza nella normativa italiana di leggi che non prevengono ne sanzionano a sufficienza l’utilizzo abusivo di una successione di contratti a tempo determinato per diverse categorie di lavoratori del settore pubblico in Italia. Fanno parte delle vittime di questo malcostume anche insegnanti e ata.
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