Pensionamenti scuola 2025: oltre 30mila richieste, scuole secondarie in difficoltà nel trovare sostituti qualificati per materie specialistiche
Nei prossimi mesi la scuola italiana dovrà far fronte, con gli strumenti attuali, a una massiccia richiesta di pensionamenti che potrebbero complicare ulteriormente, rispetto a una situazione già di per sé non rosea, la ricerca di insegnanti per coprire le cattedre vacanti.
Pensionamenti, fino a 45mila richieste
In realtà le richieste di pensionamenti non si limiteranno al mondo docente, ma riguarderanno anche il personale amministrativo, tecnico e ausiliario (ATA). Al momento i dati raccontano di domande già registrate in uscita pari a 30 mila. Ma sempre in base ai dati in possesso del ministero, potrebbero arrivare fino a 45 mila i dipendenti scolastici che andranno in pensione. Se i numeri fossero confermati, sarebbero numeri mai registrati prima, che il ministero dovrebbe in qualche modo affrontare.
Che l’età media dei docenti e del personale scolastico in generale in Italia sia molto avanzata è un elemento ben noto al ministero da tempo, ma adesso la massiccia richiesta di pensionamenti costringe a guardare in faccia il problema che questa situazione comporterà.
Il fatto che il personale scolastico in Italia abbia un’età media avanzata rispetto ad altri settori del pubblico, comporta che anno dopo anno aumenta sempre più il numero di dipendenti della scuola che raggiungono l’età pensionabile, nonostante negli ultimi anni questa sia stata spostata sempre più in avanti.
Ricambio generazionale
Urge dunque un intervento ancora più rapido per garantire un ricambio generazionale.
Come potrà impattare il numero elevato di pensionamenti previsto nei prossimi anni sul sistema scolastico italiano? La conseguenza più immediata sarà la carenza di personale in alcune aree critiche. A rischio secondo le previsioni le cattedre delle scuole secondarie. Il ministero avrà particolare difficoltà a reperire sostituti qualificati per materie specialistiche.
A rendere ancora più complicata la gestione della quotidianità a scuola, il fatto che andranno in pensione molti Ata. Un problema che in realtà potrebbe rappresentare un’opportunità, se gestita a dovere, con un rapido piano di assunzioni. I concorsi pubblici previsti per coprire le posizioni vacanti al momento sembrano non bastare. Nel frattempo inevitabilmente le scuole andranno in difficoltà e a pagare il prezzo più alto saranno come spesso accade gli studenti.
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