Precari scuola 36 mesi: doppio canale di reclutamento per assunzioni anche da Gps, il 15 novembre sciopero di docenti e Ata
I precari con più di 36 mesi di servizio in Italia hanno superato quota mezzo milione, e all’orizzonte non si intravede una soluzione in tempi brevi, considerato che l’indizione dei prossimi concorsi scuola (il Pnrr2 bandito a breve e con prove a inizio 2025, poi un concorso scuola l’anno per la fase ordinaria sempre dal 2025 in poi) non sembra sufficiente a risolvere la situazione.
Il doppio canale di reclutamento
I sindacati insistono per il doppio canale di reclutamento, che consentirebbe di affiancare le assunzioni da concorsi a quelle da Gps, scorrendo gli elenchi. Dopo anni di richieste cadute nel vuoto, sembra finalmente che il ministero stia riflettendo concretamente su questa opportunità, ma della quale bisogna discutere con l’Europa per ottenere maggiore flessibilità in ambito reclutamento.
Nel frattempo, i sindacati decidono di scendere in piazza con un nuovo sciopero programmato per l’intera giornata del 15 novembre 2024. Si ferma il personale docente, ATA e educativo delle istituzioni scolastiche ed educative, assunto a tempo determinato e indeterminato. Lo sciopero è stato proclamato da Anief, ma nello stesso giorno ADL Cobas e Rete di azione unitaria per l’inclusione – RUI ha annunciato uno sciopero generale regionale del personale del Comparto Istruzione e Ricerca della Lombardia.
Le motivazioni dello sciopero
“La scuola italiana è sempre più precaria – afferma il presidente Marcello Pacifico – Il 24% (284.385) nel 2022 aveva un contratto al 30 giugno o 31 agosto, il 100% in più rispetto al 2015, lo stesso numero del personale stabile tagliato dal 2001 (143 mila unità)”.
“Lo Stato italiano – aggiunge – nonostante una precisa procedura di infrazione, ha ridotto l’organico di ruolo e ha raddoppiato l’organico a tempo determinato perpetrato l’abuso dei contratti a termine. Ha nel contempo innalzato l’età media degli insegnanti e del personale amministrativo superando persino la quota del 50% dell’organico over 50. È chiaro ed evidente che bisogna rivedere le regole sulle finestre d’uscita del personale scolastico che spesso ha titoli universitari che non sono riscattati per gli onerosi costi nonostante siano necessari per accedere e svolgere la professione. Per il personale delle forze armate vige il riscatto gratuito come una finestra che permette a 60 anni di andare in pensione”.
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