ITP iscritti in graduatoria: necessaria laurea triennale o titolo conseguito presso gli Istituti Tecnici Superiori (ITS) per poter partecipare ai concorsi, inserimento in GPS non basta
Non sarà più possibile per gli ITP (Insegnanti Tecnico Pratici) iscritti in graduatoria partecipare ai concorsi anche senza la laurea. La normativa sta per cambiare definitivamente e in questo senso il prossimo concorso Pnrr2 che verrà bandito a breve (decreto già pubblicato nelle scorse ore, bando entro il 31 dicembre 2024 con prove presumibilmente a inizio 2025) sarà un’occasione unica per i titolari di un titolo che sta per perdere di valore.
I requisiti che non varranno più
Con la fine della fase transitoria prevista per fine anno, infatti, vanno in pensione anche due requisiti molto comuni per la partecipazione ai concorsi scuola: il possesso di diploma Itp e il possesso di laurea + 24 cfu. Dopo il 31 dicembre 2024 per partecipare ai concorsi scuola sarà necessario essere in possesso di laurea triennale o un titolo conseguito presso gli Istituti Tecnici Superiori (ITS).
Questo perché il solo fatto di essere inseriti in GPS non costituisce titolo di accesso al concorso. Questo fa capire chiaramente come il prossimo concorso Pnrr2 per quanto ampiamente criticato e osteggiato dai sindacati. Ancora in queste ore è pressante la richiesta di FLC CGIL nei confronti del ministero affinché ci sia un ripensamento in merito alla pubblicazione del bando di concorso Pnrr2, nell’ambito degli accordi presi con l’Unione europea.
La sospensione del concorso
La richiesta di sospensione del bando di concorso si riferisce a regioni e classi di concorso in cui sono presenti idonei che potrebbero essere assunti sia dalle procedure straordinarie o ordinarie bandite nel 2020 e 2021, sia dal concorso PNRR1 che deve ancora essere perfezionato.
Difficile che la richiesta venga accolta: il concorso Pnrr2, come il Pnrr1, si inserisce nel contesto degli accordi con l’Europa di cui i due concorsi scuola portano il nome, e venir meno all’attuazione dei concorsi vorrebbe dire mettere a rischio i fondi di Bruxelles sui quali il nostro Paese fa ampio affidamento.
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