Blocco stipendiale 2013: come recuperarlo ai fini della maturazione delle posizioni stipendiali dei docenti e ATA in attesa di un intervento normativo
Torna d’attualità la questione del riconoscimento dell’anno 2013 per la progressione stipendiale dei docenti e del personale ATA. Ci sono nuove recenti sentenze della Corte di Cassazione e della Corte d’Appello di Firenze che lasciano ben sperare circa l’ottenimento di quanto negato ai docenti negli ultimi anni.
Il blocco delle progressioni
Il problema nasce dal blocco delle progressioni economiche introdotto per il triennio 2010-2012 dal Decreto Legge 78/2010, successivamente esteso al 2013. Gli anni precedenti sono stati recuperati nei contratti collettivi, ma il 2013 è rimasto escluso, creando un vuoto nelle ricostruzioni di carriera.
Le recenti decisioni giudiziarie stanno ridiscutendo questo blocco. In particolare, le corti hanno stabilito che, pur non attribuendo benefici economici per quell’anno, il 2013 deve essere considerato valido dal punto di vista giuridico per la maturazione dell’anzianità. Questo significa che il servizio svolto nel 2013 non è “perso” e può contribuire ad accelerare l’avanzamento negli scaglioni stipendiali successivi.
Il riconoscimento economico retroattivo al momento è limitato dalla prescrizione quinquennale, riducendo le possibilità di recuperare eventuali arretrati. Solo chi ha avviato un ricorso legale può beneficiare delle sentenze, mentre chi non ha intrapreso azioni legali non può rivendicare tali diritti. Un elemento che spinge molti docenti a valutare l’opzione di avvio dei contenuti per garantire il riconoscimento dell’anno e migliorare la propria posizione futura.
In attesa di un intervento normativo
L’avvocato Walter Miceli, esperto in materia, spiega che il recupero del 2013 dovrebbe essere garantito con un intervento normativo che eviti ulteriori ricorsi. Infatti, una regolamentazione chiara potrebbe risolvere definitivamente la questione, assicurando pari trattamento a tutto il personale scolastico.
Nel frattempo, si attende la conferma definitiva della Corte di Cassazione, prevista tra fine 2024 e inizio 2025, che potrebbe consolidare l’orientamento favorevole al riconoscimento del 2013.
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