Scuola

Laurea e 24 CFU abilitanti: ministero vince ricorso, Cassazione sancisce la differenza tra laurea e abilitazione

La Cassazione nelle scorse settimane, con l’ordinanza n. 26914/2024, ha ribadito la fondamentale distinzione tra titolo di studio e titolo di abilitazione per l’accesso alla professione docente.

Il caso

Un docente, laureato in giurisprudenza e con 24 CFU in ambito psico-pedagogico, aveva ottenuto dalla Corte d’Appello il diritto all’inserimento nella II fascia delle graduatorie di istituto per il biennio 2020/2022. Il Ministero però ha impugnato la decisione, sostenendo la non equivalenza tra titolo di studio e abilitazione.

La decisione

Accogliendo il ricorso del Ministero, la Cassazione ha ribadito che il sistema normativo italiano richiede il possesso di entrambi i requisiti – titolo di studio e abilitazione – per l’insegnamento. Il conseguimento della laurea e dei 24 CFU non è equiparabile al titolo di abilitazione. Questo vuol dire che questi requisiti consentono solo l’accesso alla III fascia delle graduatorie, non alla II fascia riservata ai soli abilitati.

Secondo la Cassazione, la differenza è radicata nel principio di uniformità e professionalità, volto a garantire la qualità dell’insegnamento. Questo principio si fonda sulla normativa vigente (art. 5 del d.lgs. 59/2017, nel testo modificato dal d.l. 36/2022) e sulla giurisprudenza amministrativa e civile consolidata, come indicato anche nelle sentenze Cass. n. 7084/2024, Cass. n. 12416/2024, e Cass. n. 15838/2024

Conclusione

La sentenza della Corte d’Appello, che aveva equipaggiato il titolo di studio con 24 CFU all’abilitazione, è stata cassata, confermando che solo i percorsi specifici previsti dalla legge conducono all’abilitazione. La Corte d’Appello, ritenendo equivalente il titolo di studio con 24 CFU all’abilitazione, ha errato. La sentenza ha riaffermato che l’abilitazione può essere acquisita solo attraverso percorsi formativi specifici e non tramite requisiti transitori.

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