Concorso scuola 2024: prove scritte tra febbraio e marzo, conclusione orali entro sei mesi dall’inizio della procedura
Oggi l’informativa in programma nel pomeriggio tra ministero e sindacati consentirà di conoscere con ogni probabilità la data di pubblicazione del bando e la relativa finestra temporale utile alla presentazione delle domande. Ricordiamo che al contrario dell’ultimo concorso scuola, ci saranno soltanto venti giorni di tempo per presentare la propria candidatura utile alla partecipazione al Pnrr2.
Maggiore selezione allo scritto
Il bando conterrà anche le date delle prove, per le quali al momento non c’è ancora una data precisa. L’unica certezza è che il bando dovrebbe essere pubblicato entro la fine dell’anno per rientrare nell’ambito dei concorsi facenti parte della fase transitoria, e questo significa, considerato che siamo già al 4 dicembre, che la pubblicazione avverrà in questi giorni, probabilmente già entro la fine di questa settimana.
Questo significa anche che difficilmente le prove inizieranno prima di febbraio. La collocazione più probabile, anche facendo riferimento a quanto avvenuto con l’ultimo concorso scuola, è che le prove scritte si svolgano tra febbraio e marzo 2025, come avvenuto lo scorso anno per il PNRR1. Nonostante ci sia una maggiore selezione allo scritto che consentirà solo a pochi partecipanti di accedere all’orale, il ministero non dovrebbe andare oltre marzo per le prove scritte, in modo da riuscire a gestire al meglio le commissioni al fine di concludere le procedure entro l’estate e consentire le immissioni in ruolo già in vista del prossimo anno scolastico.
Orali entro sei mesi
Il bando dovrebbe confermare che il totale complessivo sarà di circa 20.000 posti. Da capire quale sarà invece suddivisione per tipologia di posto e per regione. Solo il bando potrà chiarire questo dubbio.
Tornando alle prove, secondo il regolamento generale sui concorsi della Pubblica Amministrazione, le prove orali devono concludersi entro sei mesi dalla prova scritta. Questo per rientrare nell’ambito di tempistiche ragionevoli. Se non si riesce a rispettare questa scadenza, l’ente responsabile deve giustificare il ritardo al Ministero. Va tenuto presente però che nella scuola le tempistiche possono essere influenzate dalla difficoltà nel reperire i commissari e nel conciliare gli impegni lavorativi di chi assume questo ruolo.
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