Scuola

Corsi Indire sostegno: al via da gennaio, ma non bastano senza posti in deroga trasformati in organico di diritto

Dopo le festività di Natale sarà il momento non solo di pensare al prossimo concorso scuola le cui domande di partecipazione si presentano in questi giorni fino al 30 dicembre, ma anche e soprattutto saranno giorni decisivi per conoscere le novità nell’ambito dei nuovi Corsi Indire sul sostegno.

80mila docenti senza specializzazione

Si tratta di Corsi più volte annunciati da parte del ministero e ampiamente descritti, ma non ancora ufficializzati in alcun modo ne per quanto riguarda le tempistiche ne per quello che concerne costi e contenuti, se non per sommi capi. L’unica certezza, al momento, sembra essere che i 30 cfu ottenibili mediante questi corsi riservati ai docenti con tre anni di servizio dovranno essere conseguiti entro fine 2025.

La necessità di avviare i Corsi Indire, criticatissimi da chi ha frequentato o sta frequentando il Tfa, nasce dai dati sul sostegno in Italia deli ultimi anni. Ci sono 110.000 docenti di sostegno, di cui ben 80.000 sono privi di specializzazione. Su 40.000 insegnanti specializzati, solo 30.000 circa operano effettivamente su posti di sostegno.

Liberalizzazione del numero chiuso

I Corsi Indire nascono per impedire che 80.000 insegnanti non specializzati continuino ad operare sul sostegno. Un’ingiustizia nei loro confronti e soprattutto nei confronti degli studenti con disabilità che hanno bisogno di docenti specializzati.

A creare questa situazione ha sicuramente contribuito la mancata liberalizzazione del numero chiuso nelle università. Il risultato è un numero di candidati inferiore ai posti banditi in alcuni concorsi.

Due insegnanti su tre sono privi di specializzazione, cosa che rappresenta un’anomalia dell’intero sistema scolastico.

L’organico di diritto

Ben vengano dunque i corsi Indire per la specializzazione dei docenti, ma non si può prescindere dalla trasformazione dei 110.000 posti di sostegno in deroga in organico di diritto. Se si procedesse in questo senso, si otterrebbe il risultato fondamentale dell’assunzione in ruolo degli insegnanti di sostegno nel luogo in cui già operano, la specializzazione di chi è privo del titolo e il riconoscimento dei titoli esteri.

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