Economia e Fisco

Aumento stipendio docenti: confermati da Valditara 300 euro lordi in più dal 2025 cui aggiungere il taglio al cuneo fiscale per recuperare il potere d’acquisto

Il 2025 sarà un anno decisivo per l’aumento degli stipendi del personale scolastico, sia per i docenti che per il personale Ata. Lo conferma in questi giorni il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, entrando maggiormente nel dettaglio del programma congiunto tra ministero e governo con il benestare dei sindacati per adeguare le remunerazioni del mondo della scuola.

La ripartizione degli aumenti

Si tratta di un programma di aumenti il cui effetto si è cominciato a vedere in occasione del contratto 2022-2024, che si estenderanno fino al 2030.

In tutto la Legge di Bilancio 2025 ha già previsto un piano di rinnovo dei contratti pubblici che include inevitabilmente anche il mondo della scuola. Il Governo in vista del prossimo triennio ha stanziato fondi così ripartiti:

1.775 milioni di euro per il 2025;
3.550 milioni di euro per il 2026;
5.550 milioni di euro per il 2027.

E’ un piano di aumenti spalmato in cinque anni che consentirà adeguamenti graduali fino al 2030.

Il taglio del cuneo fiscale

Il Ministro Valditara ha specificato che si tratta di un piano che porterà a un aumento complessivo di circa 300 euro lordi, tra fondi stanziato per lo scorso contratto e quello in scadenza. Ma non è l’unico aumento in programma. Questo è un aumento diretto sullo stipendio, cui va aggiunto quello indiretto derivante dal taglio del cuneo fiscale.

La Legge di Bilancio approvata dalla Camera mette in preventivo un aumento degli stipendi del 6% relativo al contratto collettivo del triennio 2022-2024. A questo va aggiunto uno stanziamento di risorse per il rinnovo successivo del triennio 2025-2027. L’obiettivo è arrivare a un aumento totale del 5,4% per il personale scolastico.

Stipendi bloccati

Non va sottovalutata l’importanza del taglio del cuneo fiscale sul potere d’acquisto del personale scolastico, grazie alla previsione di una decurtazione delle imposte per i redditi fino a 40.000 euro lordi, che consentirà un aumento aggiuntivo stimato tra il 6% e il 7%.

L’obiettivo del Governo e del ministero è quello di restituire ai dipendenti della scuola il potere di acquisto perso tra il 2009 e il 2020, anni nei quali i contratti del personale scolastico erano rimasti bloccati. Fra lo scorso contratto e quello in scadenza docenti e ata beneficeranno di circa 300 euro lordi in più al mese.

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