Supplenze brevi: in aumento per colpa dei concorsi Pnrr, 50mila posti per docenti di ruolo sono rimasti vacanti in attesa dei vincitori
L’avvio dei concorsi Pnrr (il primo in via di conclusione, ma no ancora perfezionato, l’altro in partenza tra febbraio e marzo con le prove scritte) hanno avuto per il momento un impatto negativo sulle supplenze. Nonostante le prime immissioni in ruolo da concorso, in generale avrebbero peggiorato il quadro generale della scuola. Il fatto che all’orizzonte ci sia il secondo concorso Pnrr e che tra estate e autunno verrà bandito il terzo, se questo fosse vero, non sarebbe una buona notizia.
I post vacanti
Lo sostiene Gilda degli Insegnanti, sottolineando come l’influenza dei concorsi Pnrr non sia stata per il momento positiva per il precariato. Nello specifico, il sindacato sostiene che i concorsi Pnrr hanno contribuito ad aumentare le supplenze brevi. Il motivo sarebbe che circa 50.000 posti per docenti di ruolo sono rimasti vacanti in attesa dei vincitori.
Per le scuole una problematica non da poco, che ha obbligato i dirigenti scolastici delle scuole in questione a fare un maggiore ricorso ai supplenti per coprire i posti vuoti. Il tutto però in un contesto caratterizzato da un budget insufficiente cui attingere, dal momento che l’aumento delle supplenze non è stato accompagnato da risorse adeguate. A farne le spese, nel vero senso della parola, proprio i supplenti chiamati per gli incarichi brevi, che non vengono poi pagati con regolarità. E le conseguenze si possono toccare con mano ancora oggi, con migliaia di supplenti ancora in attesa del pagamento degli stipendi, in alcuni casi anche da fine ottobre.
Il saldo degli arretrati
Una situazione che dovrebbe risolversi proprio in queste ore, con il pagamento dell’emissione speciale che dovrebbe comprendere il saldo di tutti gli arretrati. Una situazione però che potrebbe ripresentarsi nei prossimi mesi, come già accaduto in passato, se non si risolverà la complessità delle procedure burocratiche che contribuisce non poso a complicare la situazione.
Infatti il sistema è basato su autorizzazioni mensili, con le scuole che devono autorizzare ogni mese i pagamenti. Il rischio di blocchi per errori procedurali è inevitabile. Ci sono poi i ritardi delle ragionerie: la burocrazia comporta che anche brevi ritardi nell’elaborazione dei contratti comportino poi la necessità di posticipare il pagamento degli stipendi al mese successivo.
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