Economia e Fisco

Stipendio docenti gennaio 2025: importi più bassi senza il taglio del cuneo fiscale e l’indennità di vacanza contrattuale è la metà del previsto

Poteva essere più alto lo stipendio di gennaio per docenti e Ata, ed è invece sostanzialmente allineato a quello degli altri mesi, in virtù dell’assenza del taglio del cuneo fiscale, inserito troppo tardi in Legge di Bilancio e per questo non presente nella prima busta paga del mese. A rendere la busta paga leggermente più pesante la presenza del mini-aumento del 3,35% per via dell’applicazione dell’indennità di vacanza contrattuale. Ma non abbastanza secondo i sindacati.

Aumento irrisorio

Docenti e ata nello stipendio di gennaio hanno trovato l’anticipo degli aumenti contrattuali 2022-24. La percentuale però è bassa, considerato che parliamo di un aumento mensile del 3,35%. Questo perché fa riferimento a un periodo nel quale l’inflazione è aumentata addirittura del 16,3%.

C’è quindi insoddisfazione da parte di sindacati, che considerano l’aumento esiguo rispetto alle reali necessità dei lavoratori della scuola. Il pagamento degli stipendi avverrà in questi giorni.

La buona notizia è che la busta paga del primo mese del 2025 è esentata dalle addizionali regionali e comunali. Poteva essere più pesante se ci fosse stato il nuovo “taglio del cuneo fiscale”. Ma non si è fatto in tempo, considerato che è stato inserito all’interno della Legge di Bilancio 2025, approvata solo lo scorso 28 dicembre.

L’indennità di vacanza contrattuale

Ad aumentare leggermente l’importo contribuisce la presenza dell’indennità di vacanza contrattuale prevista dalla legge che dovrebbe coprire la metà dell’inflazione reale. Ma la copertura secondo i sindacati non è completa.

La percentuale del 3,35% di aumento è inferiore, di molto, a quella prevista per legge ad ogni lavoratore, in vista del prossimo rinnovo di contratto scuola. La normativa prevede infatti che mensilmente, fino alla stipula del Ccnl 2022-24, in busta paga ci sia nel cedolino stipendiale un aumento pari al 50% del costo della vita.

Una previsione che non sta avvenendo, e per questo i sindacati sono sul piede di guerra. Il recupero degli arretrati potrebbe comportare un rimborso in media di 3mila euro, come prevede la legge.

Secondo la legge, infatti, l’indennità di vacanza contrattuale dovrebbe essere pari al 50% dell’inflazione aumentata in questi ultimi anni.

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