Algoritmo gps 2025: opera in maniera del tutto illegittima e antimeritocratica, nuova sentenza contro il sistema
Numerosi tribunali hanno recentemente dichiarato illegittimo l’algoritmo utilizzato dal Ministero dell’Istruzione per l’attribuzione delle supplenze, accusandolo di operare in modo iniquo e contrario al principio di merito. Un’importante sentenza è stata emessa dal Tribunale di Cassino, che ha accolto il ricorso di un docente, per il riconoscimento dei diritti legati a una supplenza negata.
Il tribunale ha stabilito che, oltre a ripristinare gli effetti giuridici della supplenza negata (per la carriera e il punteggio), il docente deve essere risarcita integralmente per il danno subito, corrispondente alle retribuzioni perdute durante l’anno scolastico, poiché la sua mancata assegnazione alla supplenza era dovuta a un errore del sistema informatico.
La mancanza di una norma
Una sentenza, non la prima contro l’algoritmo, che evidenzia come il sistema di assegnazione delle supplenze, che premi più la fortuna che il merito, continua a danneggiare i docenti con punteggi più alti. Il tribunale ha ribadito che non esiste una norma che preveda che la mancata indicazione di una sede tra le preferenze impedisca l’assegnazione di incarichi, e che la rinuncia implicita non è una base valida per escludere un docente da future proposte di supplenza.
La giurisprudenza ha ormai chiarito che è l’algoritmo a essere illegittimo, non l’ordinanza ministeriale, e che il sistema attuale è antimeritocratico. Per questo, in vista dell’anno prossimo quando si tornerà a fare affidamento all’algoritmo per assegnare le supplenze dell’anno scolastico 2025/26, è urgente un intervento del Ministero per ripristinare la legittimità della procedura e garantire ai docenti certezze riguardo ai loro diritti.
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