Concorso straordinario per docenti con tre anni di servizio: bando entro fine 2025 simile a quello per gli insegnanti di religione cattolica, la richiesta del comitato precari
Il Comitato Precari Uniti per la Scuola ha richiesto un incontro urgente con il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni per discutere la situazione critica dei docenti con contratto a tempo indeterminato, supplenti che loro malgrado sono la spina dorsale della scuola italiana. La proposta centrale avanzata dal comitato è l’indizione, entro il 2025, di un concorso straordinario destinato ai docenti con almeno tre anni di servizio, sul modello del bando recentemente adottato per gli insegnanti di religione cattolica.
Stop ai concorsi Pnrr
Allo stesso tempo, dovrebbero essere interrotti i concorsi Pnrr (il secondo già bandito con prove che inizieranno tra febbraio e marzo e il terzo che il ministero, secondo gli impegni presi con l’Ue, deve bandire tra estate e autunno 2025), consentendo l’assunzione dalle graduatorie dei concorsi precedenti.
Secondo il Comitato, una misura di questo tipo rappresenterebbe una risposta concreta all’emergenza del precariato nel sistema scolastico italiano, garantendo maggiore stabilità lavorativa a migliaia di insegnanti che da anni contribuiscono al funzionamento delle scuole. Il concorso straordinario proposto mira a valorizzare l’esperienza maturata sul campo dai docenti, risolvendo almeno parzialmente il problema della copertura dei posti vacanti.
Piano straordinario di assunzioni
La richiesta di un incontro diretto con il Presidente del Consiglio sottolinea l’urgenza di trovare soluzioni strutturali per un sistema che si regge ancora in larga misura sul lavoro precario. Il Comitato punta a sensibilizzare il Governo sull’importanza di un piano straordinario di assunzioni, evidenziando come il riconoscimento del servizio pregresso sia essenziale per garantire continuità didattica e migliorare la qualità dell’istruzione.
La proposta, se accolta, potrebbe rappresentare un punto di svolta per migliaia di precari, contribuendo a rafforzare il sistema educativo nazionale e a dare una prospettiva di stabilità a chi, da anni, lavora con dedizione nelle scuole italiane.
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