Scuola

Mobilità 2025: penalizzazione per migliaia di docenti in seguito alla modifica della valutazione del servizio pre-ruolo

Non si placano le polemiche in seguito alle modifiche introdotte nel contratto sulla mobilità per il triennio 2025/28, in particolare riguardo alla valutazione del servizio pre-ruolo nelle graduatorie interne di istituto, utilizzate per l’individuazione dei perdenti posto e la mobilità d’ufficio. Il calcolo del punteggio per il servizio pre-ruolo cambia nel corso del triennio. Per l’anno 2025/26, ogni anno di pre-ruolo è valutato 4 punti, per il 2026/27 sono 5 punti, e per il 2027/28 sono 6 punti. Inoltre, il punteggio viene raddoppiato per chi ha prestato il servizio pre-ruolo sul sostegno e possiede la relativa specializzazione.

Chi viene favorito

Le modifiche non sono uguali per tutti i docenti di ruolo, ma favoriscono chi ha svolto il servizio pre-ruolo nel proprio attuale ruolo di titolarità. Se, invece, il servizio pre-ruolo è stato svolto in un altro grado di scuola, la valutazione cambia a seconda del ruolo attuale del docente.

Per esempio, se un docente attualmente titolare nella scuola dell’infanzia ha fatto supplenze nella scuola primaria, il servizio viene valutato con 3 punti per ogni anno. Se invece ha svolto supplenze nella scuola di I o II grado, i primi 4 anni sono valutati 3 punti, e gli anni successivi 2 punti.

Le perplessità dei sindacati

Le modifiche potrebbero portare a un cambiamento delle posizioni nelle graduatorie interne, creando un divario tra i docenti che hanno prestato il servizio pre-ruolo nel proprio grado di titolarità e quelli che lo hanno fatto in altri ordini di scuola, penalizzando quest’ultimi. Il segretario nazionale della Uil Scuola, Paolo Pizzo, evidenzia come queste modifiche non rispettino il principio di parità di trattamento tra lavoro a tempo determinato e indeterminato, creando discriminazioni tra docenti che hanno svolto lo stesso servizio.

Inoltre, le segreterie scolastiche dovranno riformulare tutte le graduatorie interne, un compito che potrebbe complicare invece di semplificare il lavoro amministrativo. Queste modifiche secondo i sindacati rischiano di introdurre disparità a parità di servizio, penalizzando i docenti che hanno svolto supplenze in altri gradi scolastici.

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