Scuola

Doppio canale di reclutamento docenti: Commissione per le Petizioni accoglie la richiesta, appuntamento per discuterne il 20 febbraio 2025.

Ancora un tentativo di ridurre il precariato e il malcostume dei contratti a termine che loro malgrado reggono la scuola italiana. L’ultima iniziativa in  ordine di tempo è del Comitato Precari Uniti per la Scuola mediante una petizione al Parlamento Europeo per denunciare l’abuso dei contratti a tempo determinato nella scuola italiana. Molti docenti lavorano per anni con contratti precari senza reali possibilità di stabilizzazione, nonostante le norme europee vietino l’abuso del lavoro a termine.

Ora la palla passa alla Commissione per le Petizioni del Parlamento Europeo, che dal canto suo ha già fatto sapere di essere intenzionata ad accogliere la richiesta. L’appuntamento è ora fissato per il prossimo 20 febbraio 2025. L’iniziativa è sostenuta dall’europarlamentare Ilaria Salis (GUE – Alleanza Verdi Sinistra). L’obiettivo finale, inutile nasconderlo, è far rispettare le norme europee sui contratti a termine e sulle professioni regolamentate.

Tutto nasce dalla critica alla recente riforma del reclutamento introdotta con il PNRR, modificando il D.Lgs. 59/2017, nata per risolvere il problema del precariato ma allo stato delle cose, secondo il comitato, foriera di maggiori danni rispetto ai benefici.

Dito puntato contro il meccanismo dei percorsi formativi a numero chiuso con obblighi di frequenza e tirocinio, che hanno trasformato l’accesso all’abilitazione e l’immissione in ruolo per i docenti precari una chimera, vanificando nella maggior parte dei casi l’esperienza maturata negli anni. Sullo sfondo il monito della normativa europea, che impone il riconoscimento del servizio svolto.

L’Unione Europea ha già avviato una procedura di infrazione contro l’Italia per la mancata adozione di misure adeguate a prevenire e sanzionare l’abuso del precariato nel settore pubblico. L’unica risposta concreta per il momento da parte del governo italiano è il Decreto Salva Infrazioni, che prevede il raddoppio dell’indennizzo per i lavoratori in caso di abuso dei contratti a termine. Non basta. Per questo motivo chiedono una riforma del sistema di reclutamento che preveda un doppio canale, combinando concorsi ordinari con graduatorie basate su titoli ed esperienza.