Aumento stipendio docenti 2025: scatti di anzianità ogni 4 anni, modifica normativa a costo zero per lo Stato
In attesa degli aumenti stipendiali previsti dal prossimo rinnovo di contratto scuola che verrà formalizzato nei prossimi mesi, prima possibile, l’auspicio dei sindacati e delle stesse scuole, si lavora dietro le quinte per una strategia che possa garantire in maniera sostanziale e continuativa un miglioramento delle retribuzioni mediante il dimezzamento delle tempistiche previste per gli scatti stipendiali.
Gli scatti stipendiali
Al momento la normativa prevede scatti stipendiali ogni 8 anni, ma Anief sta lavorando a una soluzione che avrebbe un vantaggio bilaterale, per i docenti e per le casse dello Stato. Portare la normativa a scatti stipendiali ogni 4 anni consentirebbe allo Stato un impatto vicino allo zero per le proprie risorse finanziarie. Per i docenti, invece, le cose cambierebbero sostanzialmente dal momento che garantirebbe una più veloce progressione di carriera del personale scolastico.
La proposta del sindacato nasce dal presupposto che al momento la normativa prevede che la carriera del personale scolastico sia connessa per larga parte (addirittura al 95%) allo stipendio tabellare. Si tratta di una voce strettamente connessa alla tabella degli scatti di anzianità, modificata in maniera peggiorativa col contratto 2016/18.
Attesa anche di 9 anni
Una normativa ormai decennale che prese il posto della prima progressione stipendiale fissata a 3-8 anni. La conseguenza è che da quasi quindici anni i neoassunti devono attendere anche 9 anni per beneficiare del primo aumento di stipendio, senza dimenticare le difficoltà della ricostruzione di carriera, non ricostruita per intero dopo il quarto anno con un terzo del preruolo congelato per quasi 20 anni.
Una revisione delle tabelle e il dimezzamento degli scatti di anzianità ogni 4 anni (ma si pensa anche ad abbassarli a 3 anni) consentirebbe di allineare gli stipendi all’aumento del costo della vita, senza gravare eccessivamente sulle casse dello Stato. Ora il prossimo passo è riuscire a portare avanti questa proposta in Aran.