Algoritmo Gps 2025: penalizzazione di chi è in possesso dei punteggi più alti per l’esclusione di chi è ancora in graduatoria
L’ultima esperienza con l’algoritmo GPS per l’assegnazione delle supplenze ha evidenziato numerosi ritardi, con alcune province in maggiore difficoltà rispetto ad altre. La gestione delle nomine si è rivelata complessa e disallineata, mettendo in evidenza le criticità di un sistema che, sebbene informatizzato, continua a essere soggetto a problematiche operative e organizzative.
Uno dei principali fattori che hanno contribuito ai ritardi è stato il numero elevato di rettifiche e modifiche da parte degli Uffici Scolastici. In alcuni casi, le province hanno scelto di procedere con maggiore cautela per garantire la correttezza delle assegnazioni, cercando di ridurre al minimo il rischio di disponibilità sopravvenute che avrebbero penalizzato i docenti meglio posizionati in graduatoria.
Gli esclusi in graduatoria
L’estate è stata particolarmente difficile per l’algoritmo GPS, al punto che i sindacati hanno avanzato la richiesta di un ritorno alle convocazioni in presenza. Secondo le organizzazioni sindacali, la procedura informatizzata si è rivelata un fallimento, e il superamento della fase emergenziale legata alla pandemia elimina la necessità di evitare le nomine in presenza.
Uno dei problemi più rilevanti riguarda la pubblicazione delle GPS, che ha visto la presenza di aspiranti esclusi ancora inseriti in elenco. Si tratta di docenti che, per vari motivi, non dovrebbero figurare nelle graduatorie: mancanza del titolo d’accesso, richiesta di inclusione in una provincia per la stessa classe di concorso in cui risultano già inseriti nelle GaE o altre irregolarità burocratiche. La permanenza di questi candidati crea una serie di distorsioni nell’assegnazione delle supplenze, penalizzando chi ha pieno diritto a riceverle.
Le disponibilità sopravvenute
L’imperfezione dell’algoritmo non dipende tanto dalla sua natura, quanto dalle condizioni in cui opera. Gli Uffici Scolastici, prima di avviare il sistema di assegnazione, procedono alla verifica delle istanze presentate, ma non sempre riescono a escludere tempestivamente i docenti privi di requisiti dalle GPS. Se il sistema di controllo fosse più efficiente e permettesse di eliminare preventivamente gli esclusi, si eviterebbero situazioni in cui una supplenza viene assegnata a chi non ne ha diritto, sottraendola temporaneamente agli altri candidati idonei.
Questo meccanismo difettoso genera un effetto domino: la supplenza assegnata in modo errato torna disponibile in un secondo momento, ma a quel punto la procedura non garantisce che venga attribuita ai candidati meglio posizionati in graduatoria, determinando una disparità di trattamento. È proprio questo aspetto che spinge molti a chiedere una revisione del sistema, se non addirittura un ritorno alle convocazioni manuali.
Il futuro dell’algoritmo GPS
Nonostante le richieste di una revisione del sistema, il ritorno a un metodo completamente manuale appare impraticabile, in quanto creerebbe un numero eccessivo di turni di nomina, rendendo il processo ancora più caotico. Ma una riforma che migliori l’affidabilità dell’algoritmo e la qualità dei controlli sulle GPS appare sempre più necessaria per garantire equità e trasparenza nell’assegnazione delle supplenze.
Sarebbe giusto l’inserimento a pettine nel 2025 per i precari che, per motivi legati al ritardo con cui sono partiti i percorsi abilitanti, non si sono abilitati nei tempi giusti. L’algoritmo dovrebbe tornare indietro quando escono nuove disponibilità altrimenti il merito non viene rispettato e il diritto non viene garantito. Occorrono cambiamenti al Decreto legge.