Scuola

Assunzione diretta docenti: scelta degli insegnanti più adatti insieme agli Uffici Scolastici su modello estero

Nonostante i numerosi interventi ministeriali, il sistema di assegnazione delle supplenze continua a mostrare criticità. L’aumento del numero di insegnanti precari e le difficoltà legate all’algoritmo per le nomine hanno spinto l’Associazione Nazionale Presidi (ANP) a rinnovare la richiesta di un cambiamento radicale nel reclutamento dei docenti. La promessa fatta all’Unione Europea di raggiungere 70mila assunzioni entro il 2026 appare ancora un obiettivo complesso da raggiungere.

La questione della precarietà e l’inefficacia dell’attuale sistema

Secondo Antonello Giannelli, presidente dell’ANP, il reclutamento attuale non garantisce né stabilità agli insegnanti né continuità didattica agli studenti. La dimostrazione è l’alto numero di precari nella scuola italiana, dove un docente su quattro lavora con contratti a tempo determinato. Questo fenomeno, oltre a incidere negativamente sulla qualità dell’insegnamento, determina ogni anno difficoltà nelle assegnazioni e un elevato tasso di turn-over tra i docenti.

L’assunzione diretta: un modello europeo da replicare?

Di fronte a questa situazione, Giannelli propone l’adozione di un modello già sperimentato con successo in diversi Paesi europei come Germania, Inghilterra, Olanda, Belgio e Finlandia. In queste nazioni, l’assunzione degli insegnanti avviene direttamente da parte delle scuole, permettendo ai dirigenti scolastici di scegliere i docenti più adatti alle proprie esigenze. Secondo l’ANP, un sistema simile potrebbe migliorare la qualità della didattica e offrire maggiore stabilità ai docenti.

Come potrebbe funzionare il nuovo sistema in Italia

Nel modello proposto, le scuole segnalerebbero direttamente agli Uffici Scolastici i propri fabbisogni, indicando le cattedre disponibili per l’assunzione di nuovi docenti. Le selezioni potrebbero avvenire tramite bandi trasparenti e pubblicazioni su canali ufficiali. In Finlandia, esempio ideale secondo Giannelli, i presidi hanno la libertà di scegliere il personale docente, in un sistema in cui anche i dirigenti scolastici sono assunti direttamente dai comuni.

L’adozione di un simile modello in Italia solleva dubbi e perplessità. La possibilità di evitare concorsi centralizzati garantirebbe una maggiore autonomia alle scuole, ma potrebbe aprire il dibattito su questioni di trasparenza e imparzialità nelle assunzioni. Resta dunque da vedere se il Ministero dell’Istruzione prenderà in considerazione una riforma di questo tipo o se continuerà a puntare sulle attuali modalità di reclutamento, nonostante le numerose criticità riscontrate.