Specializzazione sostegno 2025: triennalisti rischiano di rimanere disoccupati finendo in una categoria di serie B
La situazione dei docenti di sostegno in Italia sta vivendo una fase di profonda trasformazione a seguito delle nuove disposizioni introdotte dal Ministero dell’Istruzione. Due i provvedimenti che stanno suscitando particolare attenzione: la possibilità di confermare il docente di sostegno su richiesta della famiglia e l’avvio dei nuovi percorsi di specializzazione Indire per gli insegnanti con tre anni di servizio o titolo estero. Se da un lato queste novità mirano a garantire continuità didattica e a colmare la carenza cronica di insegnanti specializzati, dall’altro suscitano preoccupazione tra i precari che temono ripercussioni negative sulla loro carriera.
La conferma del docente di sostegno su richiesta delle famiglie
Uno degli aspetti più discussi riguarda la possibilità per le famiglie di richiedere la conferma dello stesso docente di sostegno per l’anno successivo. Questa misura punta a garantire stabilità agli studenti con disabilità, evitando il continuo turnover che spesso compromette la qualità dell’insegnamento e il rapporto educativo. L’attuazione pratica di questo provvedimento è ancora incerta e dipenderà dalle indicazioni operative degli Uffici Scolastici. Non è chiaro, ad esempio, in che misura la conferma influenzerà le assegnazioni annuali e la gestione delle graduatorie.
Il nodo dei nuovi percorsi Indire per la specializzazione sul sostegno
Parallelamente, il Ministero ha previsto l’attivazione dei corsi di specializzazione Indire destinati ai docenti con tre anni di servizio su sostegno o con titolo conseguito all’estero. Questo percorso, rispetto al tradizionale TFA, è considerato più rapido e accessibile, riducendo i tempi per ottenere la specializzazione. L’obiettivo è quello di formare un numero sufficiente di docenti per coprire le cattedre vacanti, evitando di dover ricorrere alle nomine da Interpello e MAD (Messa a Disposizione), spesso assegnate a insegnanti senza alcuna preparazione specifica.
Le preoccupazioni dei precari: il rischio di una categoria di docenti di serie B
Se da un lato i nuovi corsi Indire rappresentano un’opportunità per molti docenti già in servizio, dall’altro stanno generando un forte malcontento tra i precari. In particolare, chi ha svolto il proprio percorso attraverso il TFA o ha accumulato anni di esperienza senza una specializzazione, teme di essere penalizzato. Il rischio percepito è che questi percorsi “abbreviati” creino una nuova distinzione tra insegnanti di sostegno, con i cosiddetti triennalisti considerati di serie B e messi in secondo piano nelle graduatorie e nelle assegnazioni.
Molti insegnanti precari temono che questa accelerazione nella specializzazione porti a un improvviso sovraffollamento di specializzati, riducendo le possibilità di ottenere incarichi stabili per chi ha accumulato anni di servizio senza titolo. Inoltre, resta da chiarire come verranno riconosciute le competenze di chi ha maturato esperienza diretta sul campo, ma senza poter accedere fino ad oggi a percorsi strutturati di specializzazione.